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Il prezzo dei prezzi bassi.

Un rapporto di Oxfam denuncia lo sfruttamento di milioni di lavoratrici tra i fornitori delle grandi marche dell’abbigliamento e dell’alimentare. Milioni di donne che lavorano nel mondo in via di sviluppo, in aziende fornitrici di grandi catene dell’abbigliamento, di supermercati e grandi magazzini, sono sottoposti a condizioni di sfruttamento, sempre peggiori, per sostenere la guerra dei prezzi nei Paesi sviluppati.

Lo denuncia un rapporto dell’organizzazione non governativa Oxfam, “Trading Away Our Rights: Women Working in Global Supply Chains ”, reso pubblico l’8 febbraio. Il rapporto, condotto dall’associazione in 12 Paesi, è basato su più di mille interviste di lavoratrici, proprietari di stabilimenti e fattorie, rappresentanti di marchi internazionali, importatori, esportatori, funzionari sindacali e governativi. Il rapporto cita imprese come l’inglese Tesco, le spagnole El Corte Ingles-Induyco, Inditex-Zara, Cortefiel e Mango, le statunitensi Taco Bell e Wal-Mart, che esternalizzano la propria produzione e sfruttano la propria posizione dominante nel mercato, per trasferire costi e rischi sulla catena dei fornitori, utilizzando la propria forza per costringere i fornitori a soddisfare “just-in-time” gli ordinativi, a prezzi più bassi. Secondo Oxfam, “c’è un divario sempre più ampio tra la retorica generale sulla responsabilità sociale delle imprese e la realtà del loro modello di business. Molte compagnie hanno codici di condotta, che prevedono il dovere di rispettare gli standard di lavoro anche da parte dei fornitori, ma spesso è proprio la loro spietata strategia d’acquisto a rendere impossibile che ciò avvenga”.


tratto da rsinews.it - 10/02/2004

giovedì 20 gennaio 2005


 
News

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