AVIARIA, UN ALTRA VITTIMA IN INDONESIA.
Intanto il virus arriva anche in Danimarca. Un nuovo focolaio in Giappone
JAKARTA (30 aprile 2008) - Un bambino di tre anni è morto in Indonesia, nell'isola di Java, dopo essere stato colpito dal virus H5N1 dell'influenza aviaria. Sale così a 108 il numero complessivo di casi umani confermati della malattia nel Paese. Lo ha reso noto la portavoce del ministero della Salute indonesiano Lily Sulistyowati.
Il bimbo è deceduto lo scorso 23 aprile, dopo aver accusato gravi problemi respiratori. Le autorità hanno reso noto che una moria di polli si era verificata nell'area dove il bambino viveva e che il piccolo era entrato in contatto con i volatili infetti. Il contatto con il pollame infetto è la modalità più comune di contagio, dal momento che la diffusione del virus tra gli uccelli è endemica nella maggior parte del Paese. La Commissione nazionale per l'influenza aviaria ha infatti confermato che il virus H5N1 ha infettato il pollame in 31 delle 33 province dell'Indonesia.
Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), da quando il virus H5N1 ha fatto la sua ricomparsa in Asia, nel 2003, ha provocato la morte di 240 persone in una dozzina di paesi. L'Indonesia, ad oggi, risulta il Paese maggiormente colpito.
Intanto, l'influenza aviaria ha raggiunto la Danimarca, il virus è stato riscontrato in una fattoria sull'isola Feonia nei pressi di Svendborg. Sebbene quella rinvenuta non sia l'influenza pericolosa del tipo H5N1, è stato necessario sopprimere tutti i volatili, 2000 galline e anatre, per evitare che il virus si sviluppi con delle mutazioni. Per il momento la polizia ha isolato la fattoria in un raggio di un chilometro. Inoltre, in Giappone il sospetto ha avuto riscontro nelle analisi: i cigni ritrovati vicino al lago di Towada, nella prefettura di Akita, sono morti a causa dell'influenza aviaria e, più esattamente, per il virus H5N1, il più pericoloso anche per l'uomo. A comunicarlo è il National Institute of Animal Health, mentre il governo locale di Akita, nel nord est del Giappone, ha messo a punto misure per gli allevatori di pollame per evitare che possa esserci il contagio. A tal proposito, sarà ispezionata tutta l'area nel raggio di 30 chilometri intorno al ritrovamento dei cigni morti, sulla quale ci sono 15 fattorie e circa 42mila pennuti. (fonte: Terra.it)
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martedì 6 maggio 2008
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