L'OLIO OGM A L'ITALIENNE
L'olio "Giusto" della Casa Olearia Italiana si propone come testimonial per
una campagna di boicotaggio dei prodotti modificati geneticamente.
E' triste vedere che, anche nelle produzioni NON etiche, ed in palese
conflitto con i bisogni espressi dai cittadini/consumatori, ancora una volta
la fantasia della piccola imprenditoria italiana anticipa tutti i
concorrenti sul mercato. Un ringraziamento per la segnalazione allo staff di
Green Planet.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
L'OLIO OGM A L'ITALIENNE
Beccato. Si chiama "Giusto" e costa solo 89 centesimi di euro nella sua
elegante bottiglia di PET. È fatto con i migliori semi di soia geneticamente
modificata.
GREENPLANET COLPISCE ANCORA
La corrispondente Alba Mazzarella ci segnala che non è assolutamente
necessario sopportare i disagi di un viaggio in Francia se si desidera
acquistare dell'"huile à partir de soia génétiquement modifié".
Ben da prima che ci pensasse Carrefour (che questa settimana ha introdotto
nella sua linea "N°1, la marque la moins chère de Belgique" un olio a base
di soia OGM) l'eccezionale opportunità è stata colta da un'azienda
italianissima, dimostrando (ma ce n'era bisogno?) che in quanto a
innovazione, creatività e genialità, la nostra imprenditoria non è seconda a
nessuno.
La Casa olearia italiana spa con sede legale a Ostuni (BR) e stabilmento a
Monopoli (BA), infatti, facendosi un baffo (o, per meglio dire, un
moustache) della grandeur francese, ha bruciato sul tempo la catena
d'oltralpe, proponendo ai gourmet suoi affezionati clienti un irresistibile
olio di semi vari, un raffinato ed esclusivo melange di olio di semi di soia
geneticamente modificata e di oli di girasole.
Al prezzo al pubblico di Euro 0,89 (come si sa, la qualità si deve pagare)
per un un'elegante ed ecologica bottiglia di purissimo PET da 1 litro, il
prodotto è stato individuato dalla nostra attenta corrispondente in un
esclusivissimo supermercato in Piazza Santo Stefano a Manduria (TA).
Per i più fini conoscitori, per chi sa davvero discriminare, l'azienda
offre, nella stessa linea e in contenitore simile, anche dell'olio al 100%
da soia geneticamente modificata, ma al momento della rilevazione della
nostra corrispondente il gradimento di questo nettare degli Dei tra i
consumatori era stato tale da lasciare gli scaffali completamente sguarniti
(appena ri-assortiti vi documenteremo).
Gli amanti del made in Italy che non volessero privarsi di questa superba
gemma della grande tradizione olearia nazionale, non indugino e si rechino
subito a Manduria (la provincia di Taranto, purtroppo, è priva di
collegamenti aerei, ma si può sempre fare scalo a Bari o a Brindisi).
Visto il periodo natalizio, perchè non utilizzare "Giusto" come gradita
strenna ai propri cari?
È possibile ordinarne direttamente un autotreno (ma anche una pedana)
direttamente al confezionatore, con risparmi sul prezzo di vendita al
pubblico davvero interessanti.
L'imballo secondario è un praticissimo termopacco da 12 bottiglie (con un
ingombro di soli 35,5 cm x 25 x 27,2) dal peso contenuto in 11,6 kg.
(E in un europallet ci stanno ben 600 bottiglie: pensate a quanti amici,
parenti e colleghi potreste far contenti con un presente così utile e
originale!)
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tratto da "Ansa" 29 novembre 2004
CARREFOUR LANCIA L'OLIO DI SOIA OGM
"Contient l'huile à partir de soia génétiquement modifiè".
La catena introduce gli OGM nella sua marca di primo prezzo. Nature &
Progrès chiama al boicottaggio.
ANSA) - BRUXELLES, 29 NOV - In Belgio la catena Carrefour offre per la prima
volta un olio di soia geneticamente modificata al prezzo di 1,55 euro per
due litri.
Sul piano normativo tutto segue le regole Ue. L'etichetta dice che il
contenuto di Ogm supera lo 0,9%.
E' la prima volta, rivela l'associazione belga Nature & Progrès , che questo
avviene.
Per l'associazione ad acquistare il prodotto saranno soprattutto le persone
con i redditi piu' precari.
Ma anche i ristoratori potrebbero essere attirati dal prezzo.
Il comunicato di Nature & Progrès
Nel 2000, grazie all'azione di Greenpeace e mentre le autorità ritardavano a
rispondere alle esigenze legittime dei cittadini, i consumatori belgi stessi
entrarono in azione ottenendo l'effetto più sorprendente: l'abbandono quasi
unanime degli ingredienti a base di OGM da parte delle principali imprese
alimentari e dalle catene di supermercati .
Sotto la pressione dei consumatori, Danone, Kraft Jacobs Suchard, Master
Foods, Nestlé e Unilever decisero di rinunciare ai prodotti a base di OGM,
come le catene di supermercati Carrefour, Delhaize, Colruyt ed Aldi, almeno
per quanto riguarda i prodotti a marchio.
Questo movimento di consumatori preoccupati sugli OGM si è esteso nel mondo
intero, della Corea del Sud in Brasile, della Nuova Zelanda in Canada, e
anche negli Stati Uniti, dove una catena di supermercato di primo piano come
Trader Joe's ha deciso di abbandonare gli ingredienti transgenici per i
prodotti a marchio.
Ma quali sono i rischi?
La sola cosa sulla quale gli scienziati sono concordi, è che "non si sa".
Nessuno può sapere che eventuali problemi possano manifestarsi, né quando.
E tuttavia, si tratta di una tecnica rivoluzionaria, di bricolage
incontrollato del DNA di alcune piante.
Si tratta di costruzioni artificiali, diverse come l'immaginazione degli
uomini lo permette e i cui effetti possono essere, per definizione,
inimmaginabili.
Ce n'è a sufficienza, ci sembra, per invitare alla precauzione più estrema
"Ci preoccupiamo dell'attuale assenza di certezze scientifiche fondate in
materia di OGM e del poco che sappiamo su tutti i rischi potenziali, tanto
sulla salute dell'uomo che sull'ambiente e critichiamo l'utilizzo da parte
delle ditte produtrici di OGM di argomentazioni false per convincere le
popolazioni".
La produzione di OGM non diminuisce l'utilizzo di antiparassitari e di
diserbanti.
Non permette neppure di sfamare il mondo.
Così si esprimeva Roland Vaxelaire, amministratore delegato di Carrefour
Belgio, in un'intervista accordata al quotidiano Le Soir il 4 luglio 2002.
Lo stesso gruppo che si impegnava (vedere www.carrefour.com), nel suo
Rapport de Développement Durable 2001 "a controllare i rischi al massimo",
dichiarando chiaramente che "vorremmo potere vantare sui nostri prodotti
l'assenza di OGM" lancia oggi, in modo completamente deliberato, un prodotto
OGM sul mercato, attraverso il suo marchio "N°1,la marca meno costosa del
Belgio", dice la pubblicità.
Si tratta di un "olio per frittura" d'aspetto assolutamente banale.
Meglio ancora.
Il gruppo Carrefour denuncia la "mancanza di informazioni sulle conseguenze
a lungo termine sulla salute umana" degli OGM, come si può leggere, ancora
oggi, nel suo sito Internet. Contemporaneamente, nei suoi supermercati mette
in vendita un olio per friggere che contiene soia geneticamente modificata.
Target: il consumatore precarizzato
"Carrefour. E tutto diventa possibile", dice la pubblicità.
Proprio così.
E "N°1, la marca meno costosa del Belgio" tradisce senza vergogne la fiducia
che il consumatore aveva potuto attribuire al gruppo Carrefour proprio sulla
base delle sue nette prese di posizione in materia di organismi
geneticamente modificati.
Si specula su fatto che il cliente dei prodotti meno costosi non legge mai
l'etichetta dei prodotti, che è felice di comperare a basso prezzo?
Perchè si deve constatare che l'etichettatura, in questo caso, è ridotta ai
minimi termini.
In breve, Carrefour agisce come gli americani che nel passato offrivano i
loro OGM invenduti ai paesi africani affamati dalla carestia?
Dall'adozione della direttiva europea sulla tracciabilità che tutti hanno
accolto come il Messia, Nature & Progrès non ha smesso di mettere in guardia
il mondo politico: saranno i cittadini poveri a essere ridotti a mangiare
OGM!
Saranno loro che fungeranno da cavia, con la complicità - più o meno
consapevole - dei grandi gruppi agroalimentari.
Sono loro che raccoglieranno i cocci, e nella loro stessa carne.
Non prendiamo neppure in considerazione temi come la qualità alimentare, la
dietetica o i prodotti biologici.
Si tratta soltanto del rispetto umano elementare che tutti devono
testimoniare nei confronti dei poveri, mondo politico e grandi imprese in
testa.
È eticamente intollerabile, ai nostri occhi, che un gruppo come Carrefour
agisca in questo modo, con assoluta consapevolezza.
Trasparenza e olio da frittura
Ma, in questo caso, il consumatore, se è attento, ha ancora una possibilità,
poiché la legge esiste e perchè va rispettata.
Ma chi può garantire oggi, che le patate di questo o di quel ristorante, di
questa o quella friggitoria, siano state fritte in un olio OGM free?
Risposta: la persona.
Pensiamo che sia urgente che il settore HORECA si faccia carico del
problema; è importante che si impegni nei confronti della sua clientela
sulla qualità degli oli che utilizza.
È urgente che decida di rifiutare categoricamente il OGM e che lo dica
chiaramente, prima che altri prodotti OGM debuttino sul mercato.
Appello al boicottaggio
Per Nature & Progrès, le cose sono chiare.
Continuiamo a invitare il consumatore a rifiutare i prodotti OGM, quali che
siano, ovunque siano.
Poiché, ben oltre al "rischio zero che non esiste" - la formula traballante
che continuano a ripeterci- nessuno può oggi garantire l'innocuità di questi
prodotti.
Nature & Progrès fa un appello ai consumatori a boicottare tutti i prodotti
della marca "N°1", fino a quando il gruppo Carrefour non avrà garantito che
metterà in opera ogni iniziativa pèer garantire che siano esenti da
ingredienti geneticamente modificati.
Francis Giot, Presidente
Marc Fichers, Secrétaire generale
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Carrefour è il primo distributore di alimentari in Europa (e il secondo al
mondo, dopo Wal Mart), con più di 10.000 supermercati in 29 Paesi (in 9 dei
quali è leader) in Europa, America e Asia.
Ha anche un marchio biologico, "Carrefour bio", lanciato in Francia nel
1997, che comprende 130 prodotti (224 in Belgio).
Ha 420.000 dipendenti e un fatturato di 88,7 miliardi di euro.
In Italia Carrefour è Carrefour, GS, Dì per Dì, Punto Cash
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Traduzione dal francese di Bianca Crivello
Nature & Progrès, 27 novembre 2004
Green Planet
giovedì 2 dicembre 2004
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