Luigi Veronelli è morto il 29 novembre a Bergamo
Un amico ci ha inviato l'ultimo articolo di Luigi Veronelli, pubblicato su
Carta, ve lo proponiamo come saluto al compagno di viaggio che lucido,
generoso, tagliente ed ironico ci ha accompagnato con i suoi scritti e
presenza in tante iniziative che hanno dato voce e sostanza ad
un'altragricoltura possibile...
OGM, un delitto di Stato
Il recente decreto del governo sugli ogm sconvolge l'agricoltura in modo,
forse, irreparabile.
Una imposizione dettata dagli interessi industriali e perlopiù ignorata dai
media e dalla politica istituzionale.
Ma anche dai movimenti, che non hanno saputo reagire
di Luigi Veronelli
Puntuali -addirittura il giorno prima - i reggitori della nostra
agricoltura, hanno mandato a carte 48 gli annunciati, e in qualche caso
esaltati, progetti italiani sugli Ogm, organismi geneticamente modificati.
Ai tanti delitti già commessi contro l'agricoltura, l'artigianato e il
turismo
-forze reali della nostra patria e di ogni altro luogo nel mondo, in cui si
è cercato e si cerca di salvaguardare bellezza e bontà -si aggiunge questo.
Gli Ogm, imposti dalle tangenti industriali, troveranno spazio anche nelle
nostre campagne, nei colli, sui monti e nel mare nostrum.
Ogni persona di buon senso -di minimo buonsenso -si sarebbe attesa la
reazione dei cosiddetti grandi media, televisioni e quotidiani in primis .
Con infinita tristezza, affermo: nei luoghi della nascita nostra, dei nostri
figli e dei nostri nipoti, gli uomini -le donne, amiche mie paritarie - di
buonsenso, si possono contare sulle dita di poche mani.
Qualche protesta, troppo generica, sui fogliacci di quei Centri sociali
e -mi dicono - due cenni edulcorati in Zapping [ da tempo non ne seguo più
la rubrica, che fu di successo perche intelligente, ora è ammosciata e
coperta da un conduttore che non può non essere entrato nel mondo
divinatorio -molto a suo modo -della governabilità ].
Ci si doveva invece attendere la scesa in piazza di milioni di persone che,
ancora una volta, vedono azzerare le proprie possibilità di benessere.
I partiti, gli stessi movimenti, anche e soprattutto i «miei» Centri
sociali, assenti.
On est à la fin.
Sono i momenti in cui uno come me -tredicenne o poco più, ammiratore di
Gaetano
Bresci e Buenaventura Durruti - si chiede se non avesse ragione Gian Giacomo
Feltrinelli.
Un attimo. Poi penso alla scelta di «praticare» il percorso così diverso
della qualità della vita, che ha alla base il rifiuto totale di ogni
violenza fisica.
L'impossibile calcolo del numero della povera gente mandata a morte dalla
Nestlè e affini. I generali spietati del primo e terzo mondo, capaci di
sgozzamenti millanta per millanta, fossero pure neonati. Li contrappongo ai
milioni di martiri nelle carceri; sì, Santo Padre, ciascuno di loro è
portatore di santità.
Contro ogni delusione, dobbiamo continuare il cammino intrapreso. In
sostanza, figlio mio -Paino, Pablo, Pablo Echaùrren - le parole della terra.
Anche se non sono scesi in piazza -forse più attratti nelle ore che hanno
seguito il macabro annuncio del malgoverno [pensa tè, si è reso complice
della proliferazione degli Ogm addirittura Umberto Veronesi, con
argomentazioni del tutto indegne del suo passato] , da discussioni e gruppi,
in stretta cerchia, chiusi -i ragazzi cui ci siamo rivolti, sono con noi.
Certo, hanno sbagliato. Hanno preferito nell'attesa di due convegni di
elevatissimo valore -Terra Madre e Fiera dei Particolari / Terra e Libertà /
Critical Wine - discuterli sin nei dettagli.
Avrei voluto la violenta denuncia [vorrei riuscire a incantare come Fidel
Castro -uhei, non per la politica, bensì per la capacità di "resistenza"-
sui criteri oppositi di violenza fisica e di violenza ideologica].
Un grido ha percorso le strade della nostra giovinezza: no pasaran, non
prevarranno.
Siamo stati smentiti dai fatti. Hanno prevalso e prevalgono. Oggi sappiamo:
l'unico modo che può capovolgere l'incontrovertibile fatto, è lo sdegno
espresso -siano pur pochi, ridotti al minimo dall'imperio del danaro dei
ricchi più ricchi -con ogni possibilità.
Fallito il tentativo di risposta con l'uso della violenza fisica, eroica ma
ingenua, degli anarchici d'antan, dobbiamo imporci di cogliere le occasioni
per l'insulto veritiero e feroce. Portiamo avanti il carico di aggressività
verbale concessa -se le nostre parole corrispondono al vero- anche nei paesi
della più pallida democrazia.
tratto da "Carta" N°43 - 25 Novembre 2004
Carta
lunedì 29 novembre 2004
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