OGM ANCHE NEI CIBI BIO?
L'UE vorrebbe allentare le norme per i prodotti etichettati come "puri".
Eserciti di agro-delusi per uso eccessivo di pesticidi, insetticidi, ormoni
della crescita, coloranti e quant'altro, convertiti con passione alla nuova
filosofia «Bio», sano anche se un po' più caro, potrebbero tra poco ricevere
un trauma irreversibile. Il mito del cibo biologico, puro e tradizionale,
sta per essere attaccato brutalmente. E per giunta, dalla solita, potentissima, lobby degli Ogm.
Finora l'attacco è andato avanti in sordina. La Commissione Europea ha
inviato un anno fa ai governi una proposta di regolamento che rivede le
norme di produzione e etichettatura dei prodotti biologici. Tutto in regola,
con norme molto severe per poter arrivare a stampare su una cassa di
pomodoro «Bio Eu», cioè avallato dall'Europa. Solo che in coda a una lista
di buoni comandamenti sul cibo sano, l'esecutivo Barroso - distintosi finora
per l'estrema sensibilità verso l'industria - ha inserito due righe quasi
invisibili, ma, se avallate dai governi, dagli effetti devastanti per
l'agricoltura.
Anche nei prodotti biologici si potrà consentire fino allo 0,9% di
contaminazione con organismi geneticamente modificati. In pratica, viene
tollerata la presenza accidentale di Ogm su un prodotto Bio, che
continueremmo a chiamare biologico. E' già così per l'agricoltura
tradizionale. Dopo un lungo negoziato e le pressioni feroci degli americani,
nel 2003 fu approvato il famoso regolamento sulla tracciabilità e
l'etichettatura dei prodotti. All'avanguardia nel mondo perché imponeva, per
la prima volta, una vera carta d'identità «dalla fattoria al piatto» di
quello che mangiamo, consentiva comunque un piccolo margine d'errore. Quello
0,9% di Ogm che dispersi nell'aria possono finire in un campo a coltura
tradizionale. Adesso lo stesso principio sta arrivando al Bio. Solo che nel
biologico, se viene meno l'assunto che tutto è puro, dalla produzione, alla
trasformazione, fino al nostro piatto, va in frantumi anche la fiducia del
consumatore. E sarebbe la fine del culto del Bio.
Ma c'è di più in questo testo diabolico costruito dagli uffici della
Commissaria danese Fisher-Boel. L'utilizzo di pesticidi e fertilizzanti non
viene più vietato esplicitamente nelle colture biologiche. Di male in
peggio.
In dicembre una maggioranza silenziosa di Paesi Ue ha avallato queste
proposte, con il no soltanto di Italia, Belgio, Austria, Grecia e Ungheria.
La settimana prossima la Commissione agricoltura dell'Europarlamento voterà
per la prima volta il rapporto sul regolamento della verde francese
Marie-Helene Aubert (prima del voto in plenaria in marzo). In passato
l'Assemblea di Strasburgo è stata sempre più a favore dei consumatori che
delle lobby agricole. Ma questa volta il risultato non è affatto scontato.
C'è in atto dentro i palazzi dell'Europarlamento un vero scontro Nord-Sud. I
Paesi scandinavi, sostenuti persino dai Verdi tedeschi e da molti francesi,
ritengono che accettando una bassa soglia di contaminazione da Ogm (in
effetti meno dell'1%), riuscirebbero a far diventare il biologico più
popolare. Prezzi più bassi, quindi accessibili a tutti per un'agricoltura
che sia biologica nel suo insieme. Questa la nuova filosofia tedesca.
Gli italiani sono capofila della protesta per frenare qualunque
contaminazione. La Toscana, una delle 15 regioni italiane «Ogm free», sta
costruendo una rete europea di agricoltori, ambientalisti e associazioni di
consumatori per far naufragare la sentenza di morte del Bio. Gli americani,
ancora una volta, stanno a guardare e ad aspettare. (fonte : La Stampa, 20
febbraio 2007)
Green Planet
mercoledì 21 febbraio 2007
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