Legambiente: ogm, Italia conquisti leadership per norme rigorose.
Comunicato stampa di Legambiente.
OGM, NORMATIVA COMUNITARIA.
LIBERI DA OGM: "BATTAGLIA SULLA COESISTENZA DEVE CONTINUARE".
LEGAMBIENTE: “PRETENDERE DALLA COMMISSIONE EUROPEA NORME RIGOROSE PER SCONGIURARE IL RISCHIO CONTAMINAZIONE TRA COLTURE CONVENZIONALI E OGM”.
“Un primo passo verso un ruolo di leadership per pretendere dalla commissione europea una normativa rigorosa che scongiuri il rischio di contaminazione tra colture transgeniche e convenzionali. La piena adesione al manifesto Liberi da Ogm, data da De Castro rappresenta un impegno a garanzia della qualità e della trasparenza”. Così Legambiente, parte del cartello di associazioni che compongono la coalizione Liberi da ogm, sull’incontro di oggi con il ministro De Castro su “ogm e agricoltura biologica” organizzato presso il Ministero delle politiche agricole e forestali.
La proposta di regolamento europeo in materia di ogm che entrerà in vigore nel 2009, stabilisce il divieto di impiego di organismi geneticamente modificati negli alimenti ottenuti con metodo di produzione biologica, ma ammette di fatto nei cibi bio una presenza di ogm dello 0,9% pari alla soglia di contaminazione accidentale prevista per gli alimenti convenzionali.
“E’ assolutamente necessario – ha affermato Francesco Ferrante direttore generale Legambiente - che l’Italia assuma un ruolo di primo piano per spronare la commissione europea ad introdurre, sia per tutte le sementi che per le produzioni biologiche, una soglia di contaminazione accidentale pari al livello di rilevabilità dello 0,1%. È necessario – ha continuato Ferrante – opporsi con forza alla posizione comunitaria sulla coesistenza che, favorendo la contaminazione transgenica delle nostre produzioni tipiche e biologiche, rischia di compromettere definitivamente il futuro dell’agricoltura italiana fondato sulla qualità. È evidente infatti che se ad essere approvata sarà questa prima versione del regolamento europeo si apre un varco all’utilizzo del transgenico contro il quale non esiste più alcuna tutela”.
Senza una normativa rigorosa in materia coltivazioni transgeniche inoltre, continua la nota di Legambiente, c’è il rischio che regioni e governi nazionali che vogliono difendere le loro coltivazioni dal pericolo di contaminazioni provocato dalla coesistenza, non vedano riconosciuto il loro diritto ad istituire aree ogm free.
In Italia sono 15 le regioni italiane e oltre 2.300 i comuni che hanno già detto no al transgenico per difendere la nostra agricoltura di qualità e garantire maggiore competitività globale.
Con 155 prodotti a marchio Dop e Igp l’Italia è oggi al primo posto in Europa per produzioni tipiche (481 i Doc, Docg e Igt e oltre 4.200 i prodotti agro-alimentari tradizionali censiti dalle regioni) e il primo paese per produzioni biologiche, con 1.067.101 ettari, pari a circa il 7% della superficie agricola coltivata.
“Tutto questo – ha concluso Ferrante – non può essere compromesso da una politica comunitaria suicida sulla coesistenza”.
L’Ufficio stampa (06.86268355-77-79-99)
Legambiente
mercoledì 8 novembre 2006
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