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Gli allevatori siciliani si organizzano insieme agli allevatori della Campania per rilanciare la zootecnia del Mezzogiorno.

Si è tenuta nei giorni scorsi a Regalbuto, nell’Ennese, un incontro promosso da Altragricoltura Sicilia e dalla Rete dei Municipi Rurali con la partecipazione di centinaia di allevatori siciliani e di una rappresentanza dei produttori di mozzarelle di bufala della Campania. Durissimo attacco alle istituzioni che invece di lavorare per eliminare brucellosi e TBC speculano facendo circolare montagne di denaro pubblico senza risolvere i problemi ma solo per “gestire i finanziamenti”. La denuncia contro le lobbies che vorrebbero mettere le mani sugli allevamenti di bufale. La richiesta di chiarezza alla politica. Il dialogo con il Governo dell’Isola e l’Assemblea regionale siciliana.

Si è tenuta nei giorni scorsi a Regalbuto, nell’Ennese, un incontro promosso da Altragricoltura Sicilia e dalla Rete dei Municipi Rurali con la partecipazione di centinaia di allevatori siciliani e di una rappresentanza dei produttori di mozzarelle di bufala della Campania Se i produttori di grano duro della Sicilia non riescono ad organizzarsi per fronteggiare la crisi nera di questo settore, oggetto della solita speculazione al ribasso del prezzo, non altrettanto può dirsi degli allevatori siciliani, che quanto meno provano a dare battaglia. E lo fanno in alleanza con gli allevatori della Campania, con in testa i produttori di mozzarelle di bufala. Così, nei giorni scorsi, a Ragalbuto, provincia di Enna, è stata organizzata una manifestazione dal titolo: “Salviamo l’Allevamento Siciliano”. Incontro promosso da Altragricoltura Sicilia e dalla Rete dei Municipi Rurali. Un’assemblea che, quanto a partecipazione, è andata oltre le aspettative degli organizzatori, se è vero che tanta gente è rimasta in piedi, addirittura anche fuori dalla sala messa a disposizione dal Comune. Tanti gli allevatori presenti e tanti amministratori comunali a cominciare da cinque Sindaci (Katya Ceraldi, Sindaco di Cesarò, Silvestro Chiovetta, Sindaco di Cerami, Angelo Longo, Sindaco di Regalbuto, Franco Parasiliti, Sindaco di Maniace, Paolo Politi, assessore comunale di Adrano) più i rappresentanti di altri Comuni dell’Isola (una trentina). La manifestazione andata in scena nei giorni scorsi a Regalbuto è importante per varie ragioni. In primo luogo perché si comincia a saldare un’alleanza tra gli allevatori di Sicilia e Sud Italia. In secondo luogo perché nel momento in cui le multinazionali puntano a fare mangiare ai consumatori gli insetti e la carne prodotta artificialmente, è più che mai necessario far arrivare ai consumatori un segnale positivo e di vitalità da parte del mondo degli allevatori. Ricordiamoci che siamo finiti, per nostra disgrazia, in un’Unione europea di speculatori, dove, fingendo di voler proteggere gli animali dagli allevamenti intensivi, stanno cercando di organizzare allevamenti intensivi di insetti per provare a farceli mangiare. Come si può notare, a questa gente del rispetto degli animali non gliene può fregar di meno. E vogliono guadagnare anche con la carne allevata in vitro eliminando gli allevamenti. Durissimo attacco alle istituzioni che invece di lavorare per eliminare brucellosi e TBC speculano facendo circolare montagne di denaro pubblico senza risolvere i problemi ma solo per “gestire i finanziamenti” Leggiamo in un comunicato di Altragricoltura – Condeferazione per la Sovranità Alimentare: “Non è stata una passerella né, tantomeno, il solito grido di denuncia che accende un fuoco destinato a spegnersi presto (magari perché i politici di turno concedono qualche mancia): nella Sala del Comune di Regalbuto si è manifestato (anche in Sicilia) il volto di un movimento maturo e consapevole animato dai primi protagonisti delle comunità rurali: chi lavora la terra e i rappresentanti istituzionali dei Comuni che sono i legittimi rappresentanti di quelle comunità.” Un movimento che “avanza proposte precise di riforma e che pretende risposte per porre fine a quello che, in apertura, Gianni Fabbris e Enrico D’Agostino (in rappresentanza degli allevatori Casertani) hanno posto provocatoriamente: “Noi abbiamo coniato uno slogan: finché c’è brucellosi c’è business. Non credete anche voi che è il tempo di porre fine allo scandalo messo in atto contro gli allevatori, gli animali e il territorio?”. In effetti, la gestione della Brucellosi (BRC) e anche della TBC bovina e bufalina, due malattie batteriche, da parte delle autorità lascia molto a desiderare. Il territorio siciliano – è stato più volte sottolineato nel corso dell’assemblea – convive da almeno trent’anni con il problema della Brucellosi e della TBC. “In tanti e in diverse occasioni – si legge nel comunicato – abbiamo provato a protestare contro gli effetti di una strategia inspiegabilmente fallimentare che colpisce il territorio, gli animali e le aziende. Abbiamo dovuto fare i conti con le promesse vuote e mai mantenute, con uno scarica barile continuo da parte di chi avrebbe avuto la responsabilità di risolvere i problemi ma che, in realtà, ha cercato di scaricare le responsabilità sugli allevatori criminalizzandoli”, penalizzando ulteriormente “l’anello più debole e più esposto”. Durissime le accuse: “Un mare di soldi pubblici spesi da chi ha voluto e gestito i piani in una logica non di risolvere i problemi ma, al massimo, di gestire finanziamenti”. Ce n’è anche per le organizzazioni agricole e, in generale, per un sindacalismo agricolo burocratizzato e spesso privo di idee: “Siamo stati traditi fin qui dalle promesse della politica ma anche dal vuoto delle iniziative sindacali e delle organizzazioni di rappresentanza e oggi ci troviamo in una condizione incredibile: centinaia di migliaia di animali abbattuti senza che si risolvano la BRC e la TBC e il rischio di dover chiudere le nostre aziende è sempre più dietro l’angolo per effetto dell’irresponsabilità con cui sono stati gestiti e progettati i Piani di eradicazione e, di conseguenza, del vuoto di una strategia istituzionale e politica di tutela del sistema di allevamento siciliano che sta contribuendo in modo gravissimo a spopolare le nostre campagne ed a svuotare le comunità rurali”.

La denuncia contro le lobbies che vorrebbero mettere le mani sugli allevamenti di bufale Gli allevatori siciliani intervenuti in assemblea hanno portato l’esperienza, le proposte, le analisi e gli obiettivi di un comparto decisivo e trainante per tutto l’agroalimentare del Mezzogiorno. “Il ciclo e la filiera di produzione della Mozzarella di Bufala DOP che (terza DOP dei formaggi italiani, fra i prodotti più conosciuti del Made in Italy) – leggiamo ancora nel comunicato – oggi corre il rischio seriamente di essere stravolta dall’azione delle lobbies speculative che stanno cercando di mettere le mani su uno dei prodotti di territorio di eccellenza del Paese fin qui tutelato dal lavoro degli allevatori e dei trasformatori artigiani”. Tante testimonianze, tanta grinta, tanta voglia di trovare soluzioni. “Unità”, “Autonomia”, “Decisione”, “Alleanza”, “Responsabilità”, “Chiarezza”, “Riforma”: sono state queste le parole comuni e che più hanno riecheggiato nella lunga assemblea. Una riunione “che ha sancito, concretamente, l’avvio anche in Sicilia di una fase nuova animata direttamente dagli allevatori e dai loro alleati (ovvero da quanti oggi decidono di battersi per ottenere le risposte e le azioni di Riforma ormai non più differibili, senza guardare alle differenze politiche o alle appartenenze sindacali). Quattordici gli interventi in Sala in rappresentanza di diverse associazioni, sindacati, movimenti e realtà sociali presenti e che hanno già sottoscritto la partecipazione al Movimento Salviamo l’Allevamento di Territorio Siciliano (altri si stanno aggiungendo in queste ore)”. La richiesta di chiarezza alla politica E’ toccato a Gianni Fabbris, presidente onorario di Altragricoltura e portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, nelle sue conclusioni, tracciare un quadro degli elementi di novità che sono emersi nel corso dell’assemblea e indicare il percorso su cui l’unità evocata da tutti gli interventi della serata può diventare realtà capace di cambiare una situazione incancrenita da trent’anni di ritardi. “Ci battiamo per la democrazia, la trasparenza, la partecipazione – ha detto Fabbris – che sono alla base e le prime condizioni per affrontare e risolvere lo scandalo della Brucellosi e della TBC. Due malattie che stanno affossando gli allevamenti di tutto il Mezzogiorno d’Italia. Abbiamo costituito il Coordinamento Nazionale per Salvare l’Allevamento di Territorio che guarda a risolvere una grande questione del Sud Italia per rilanciare la funzione di tutto l’allevamento di territorio nel Sud come nelle aree di tutta Italia. Gli allevatori oggi prendono selle proprie spalle la responsabilità di indicare la via per uscire dalla crisi rivolgendosi in piena autonomia alla politica alla quale chiedono chiarezza e risposte senza ritardi e senza nascondersi dietro la delega ai tecnici abdicando alle decisioni che spettano alla stessa politica. loro le scelte che, al contrario, spettano al Governo”.

Il dialogo con il Governo dell’Isola e l’Assemblea regionale siciliana In attesa di convocare una pubblica iniziativa nelle prossime settimane – la Prima convocazione degli Stati Generali in difesa degli allevamenti siciliani – nel corso della quale il Movimento presenterà compiutamente le proposte concrete – l’assemblea ha assunto le prime decisioni. “In primo luogo – leggiamo sempre nel comunicato – viene costituito il Coordinamento Unitario in difesa dell’Allevamento Siciliano, che fa parte del Coordinamento Nazionale Salviamo l’Allevamento di Territorio; il Coordinamento Siciliano punta a sviluppare un Movimento vasto e popolare aperto alla partecipazione di tutti gli allevatori e di quanti (singoli, associazioni, sindacati, movimenti e istanze imprenditoriali , istituzionali e sociali) vorranno aggiungersi; nei prossimi giorni verranno rese note le modalità di partecipazione e gli strumenti di coordinamento e di partecipazione democratica del Movimento che, fin da subito, si definisce trasversale e unitario sul piano politico e autonomo sul piano della rappresentanza. Viene predisposto ed inviato un documento rivolto alla Regione siciliana (e per conoscenza al Ministero della Salute e al Parlamento e al Governo nazionali) con la richiesta di un incontro per avere due prime risposte urgenti preliminari allo sviluppo di un confronto utile e necessario: a) si chiede alla Regione siciliana riscontro di una serie di dati per verificare i risultati del Piano di eradicazione della Brucella e della TBC (fra l’altro, a solo titolo esemplificativo, si chiede di sapere quanti animali siano stati abbattuti negli anni, in quanti di questi sia stata accertata la reale presenza della malattia, dove e con quali modalità siano stati avviati a macello, in quanti focolai siano stati isolati i batteri di BRC e di TBC, quale sia stata la curva della prevalenza della BRC e della TBC, ecc..); b) si chiede di sapere perché la Regione non applica le indicazioni contenute negli ordinamenti e nelle direttive europee in materia di BRC e TBC, con particolare riferimento all’applicazione dei metodi per l’individuazione dei capi positivi contenuti nell’art. 9 della Direttiva Comunitaria 689/20 e nelle altre disposizioni in materia di autocontrollo e in materia di vaccinazione e sorveglianza”. L’Assemblea ha dato mandato al Sindaco di Regalbuto di proporre e adottare in una discussione in Consiglio comunale (luogo della condivisione fra tutte le forze politiche e gli eletti di maggioranza e opposizione) una delibera che, assumendo le proposte dell’Assemblea, chieda l’apertura di un Tavolo di confronto al Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e un incontro al Presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno. La delibera Consigliare sarà girata a tutti i Sindaci dell’area interessata ed al Presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, con la sollecitazione agli altri Sindaci di unirsi con le convocazione dei Consigli Comunali che saranno, per il Movimento Salviamo l’Allevamento Siciliano, occasione di promuovere la più vasta partecipazione. QUI IL COMUNICATO DI Altragricoltura – Condeferazione per la Sovranità Alimentare CON IL VIDEO (https://altragricoltura.net/articoli/nasce-il-movimento-siciliano-per-salvare-lallevamento-lettera-alla-regione/?fbclid=IwAR3vQIe72XeLwJWo6omlAh5s0S8plwYoDp3Xn6bJ-9RkHiaKlH2Kl6F4Leo) Foto tratta da Ragusa Oggi
www.inuovivespri.it

venerdì 7 aprile 2023


 
News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>