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UN DOSSIER PER DIRE NO ALL’ECOMOSTRO.

Padova - Il dossier sul progetto del nuovo polo logistico Alì a Granze di Camin vuole essere un contributo al dibattito cittadino. Sta entrando sempre più nel vivo il dibattito sul progetto del nuovo polo logistico che i supermercati Alì vorrebbero costruire a Granze di Camin, allargando la Zona Industriale di Padova. Un progetto che, se approvato, comporterebbe la cancellazione di una superficie agricola di 15 ettari, grande quasi due volte il Prato della Valle. Nei quotidiani locali in questi giorni sono apparse notizie di tentativi per trovare una possibile compensazione dell’impatto ambientale del nuovo polo logistico, con ipotesi alle volte fantasiose come ad esempio il finanziamento di nuove piste ciclabili, la realizzazione di parcheggi drenanti o ancora la piantumazione di alberi, arbusti e rampicanti.

Speriamo di fare cosa utile pubblicando allora un dossier preparato dal Comitato Cittadini Granze di Camin assieme al Circolo Wigwam il Presidio a Legambiente Padova, che fa il punto sui motivi per cui il Consiglio Comunale di Padova non dovrebbe approvare questo progetto. Ne riportiamo di seguito una breve presentazione, mentre il testo completo è scaricabile qui: Il nuovo Hub logistico della società Alì (https://ecopolis.legambientepadova.it/wp-content/uploads/2023/04/DOSSIER_Ali_Granze_web.pdf). Quelle di Granze e di Camin sono già oggi due comunità accerchiate dal cemento, dove la formazione della zona Industriale avvenuta a partire dagli anni cinquanta ha comportato la distruzione di milioni di metri quadri di terreni rurali e dove solo il 22% del territorio è rimasto a destinazione naturale o agricola. Tutto il Comune di Padova d’altronde non se la passa bene sul fronte del consumo di suolo: con il 49,6% della superficie artificializzata il nostro comune risulta al quinto posto a livello nazionale tra i comuni con più di 100mila abitanti, per percentuale di suolo consumato. Un valore purtroppo destinato ad aumentare quando verrà costruito il nuovo ospedale di San Lazzaro e saranno realizzate le molte lottizzazioni approvate dalle precedenti amministrazioni ma che solo ora stanno per essere avviate.

La proposta di Variante al Piano degli Interventi che consentirebbe la realizzazione del progetto di Alì è in contrasto con la pianificazione urbanistica a diversi livelli, da quello regionale che prevede di ripristinare il prevalente uso agrario della aree agricole periurbane, a quello provinciale che nell’area oggetto dell’intervento individua un “corridoio ecologico principale”. Vi è poi è soprattutto il Piano degli Interventi elaborato dall’architetto Stefano Boeri e recentemente approvato dal Comune di Padova ispirato dalla volontà di azzerare il consumo di suolo per contrastare i cambiamenti climatici, e per favorire la rigenerazione urbana, il recupero e la riqualificazione degli ambiti degradati e dismessi. Se il progetto della società Alì dovesse essere accettato, sarebbe destinato a stravolgere il disegno della nuova città ecologica immaginata nel Piano degli Interventi ed aprirebbe le porte ad altre analoghe richieste che difficilmente potrebbero allora essere respinte. Infine va segnalato che nel Piano del Verde comunale, le aree che Alì vorrebbe cementificare fanno parte integrante di un ambito destinato a costituire elemento essenziale per l’attuazione del più generale progetto di Parco AgroPaesaggistico.

Per contro, uno dei principali argomenti adottati dalla società Alì a sostegno del proprio progetto, ossia le possibili ricadute occupazionali con l’assunzione di nuovi addetti di polo logistico, appare alquanto discutibile. Va ricordato infatti come la crescente presenza di supermercati e ipermercati della grande distribuzione abbia pesantemente contribuito a mettere in crisi il commercio di prossimità, facendo sì che a Padova, secondo i dati forniti da Confcommercio, negli ultimi dieci anni gli esercizi commerciali al dettaglio di prodotti alimentari siano diminuiti del 20%, con conseguente grave diminuzione di posti di lavoro. (di Legambiente Padova)
https://ecopolis.legambientepadova.it/

venerdì 7 aprile 2023


 
News

FPP2 GRATIS, ANNUNCIO DI BIDEN, COSA ASPETTA DRAGHI?
Il presidente USA Biden, raccogliendo la richiesta che da tempo avanza Bernie Sanders, ha annunciato che gli Stati Uniti forniranno mascherine ffp2 gratis ai cittadini. >>



Pesticidi in Unione europea.
La European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato un report sugli ortaggi e frutta più contaminati da pesticidi... studio pubblicato nel mese di febbraio 2021 che discute i dati del 2019. In tutta Europa, nell’anno 2019, sono stati analizzati 96.302 campioni e la frequenza media si attesta su 19 analisi per 100mila abitanti. I paesi più virtuosi sono la Lituania (125 analisi su 100mila abitanti), la Bulgaria (104 analisi) e il Lussemburgo (81 analisi). I meno virtuosi sono la Gran Bretagna (1,5 analisi), la Spagna (5 analisi) e la Polonia (7 analisi). L’Italia e la Francia si attestano sulla media europea di 19 analisi per 100mila abitanti, la Germania appena un po’ in più con 25 analisi. >>



Sesto Rapporto IPCC - Working Group I su nuove conoscenze e cambiamenti climatici.
In occasione della presentazione del rapporto del Working Group I dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) che delinea le nuove conoscenze scientifiche in merito ai cambiamenti climatici, ai loro effetti e agli scenari futuri, di seguito sono proposti i dati del VI rapporto Ipcc riassunti e forniti dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna. Sesto Rapporto IPCC – Working Group I Annalisa Cherchi, Susanna Corti, Sandro Fuzzi Lead Authors IPCC WG I Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Consiglio Nazionale delle Ricerche Bologna INTRODUZIONE SU IPCC Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), creato dalle Agenzie delle Nazioni Unite UNEP (UN Environmental Program e WMO (World Meteorological Organisation) nel 1988, ha il compito di redigere a scadenza regolare rapporti di valutazione sulle conoscenze scientifiche relative al cambiamento climatico, ai suoi impatti, ai rischi connessi, e alle opzioni per la mitigazione e l’adattamento. È attualmente in corso di finalizzazione il 6° Rapporto IPCC (AR6). Ogni Rapporto IPCC si compone di tre parti, ognuna redatta a cura di un apposito Working Group (WG). Working Group I: valuta le nuove conoscenze scientifiche emerse rispetto al rapporto precedente. Working Group II: valuta gli impatti del cambiamento climatico sull’ambiente e la società e le azioni di adattamento necessarie. Working Group III: valuta le azioni di mitigazione del cambiamento climatico. Ogni WG redige un rapporto mediamente dell’ordine di 2-3000 pagine, accompagnato da un Riassunto tecnico che mette in evidenza i punti salienti del rapporto e un breve Summary for Policy Makers ad uso dei responsabili politici dei paesi associati all’ONU, nei quali sono condensate per punti essenziali tutte le informazioni analizzate nel dettaglio nei singoli rapporti. Ogni WG si compone mediamente di 200-250 scienziati (Lead Authors) scelti su proposta dei singoli governi dal Bureau IPCC. La partecipazione dei singoli scienziati è volontaria e non retribuita. È bene ricordare che i risultati dei Rapporti IPCC sono basati esclusivamente sull’esame critico di diverse migliaia di lavori scientifici pubblicati (14.000 solo per quanto riguarda il WG I). I Rapporti IPCC, la cui stesura impegna gli scienziati per circa tre anni, sono soggetti prima della stesura finale a due fasi di revisione da parte di diverse centinaia di altri scienziati esperti del settore e da parte di esperti dei singoli governi. Il giorno 9 agosto 2021 verrà presentato ufficialmente il Rapporto del Working Group I dedicato allo stato dell’arte delle basi scientifiche del cambiamento climatico e degli avanzamenti rispetto all’ultimo rapporto AR5. Gli altri due Rapporti di cui si compone AR6 sono tuttora in corso di elaborazione e verranno presentati nei primi mesi del 2022. Per quanto riguarda il Working Group I, sui 234 Lead Authors provenienti da 66 Paesi, tre sono gli scienziati appartenenti a un’istituzione di ricerca italiana, tutti ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. >>