ABITARE LA CITTA' pretesti e ragioni | padova e la sua orchestra | dall'ex cinema excelsior alla prandina
La città contemporanea, la post metropoli ci insegna che non possiamo continuare a usare obsolete categorie identificative della città. Che senso ha oggi insistere su centro e periferia, quando non esiste più la periferia se non per i confini amministrativi. Il Centro è la prima periferia da considerare. Una superficie diffusa, indistinta, improgrammabile da riempirne i vuoti che si liberano, sembra essere l’idea attuale di città che attende una valorizzazione (intesa più come ritorno di investimenti che come salvaguardia di testimonianza materiale con valore di civiltà). Un territorio privo di gerarchie, di misura, collazione di interventi puntuali ossessionati dalla competizione del gesto rispondente all’originalità imposta dall’ideologia del mercato.
Ma tali spazi, sommatorie di funzioni presentate come eventi, sono luoghi? E se sono funzionali si usano o si abitano? E ancora, nell’epoca della incessante informazione ubiqua che annulla le distanze, noi corpo-fisico, noi luogo per definizione, come facciamo biologicamente a non ricercare luoghi anziché solo spazi funzionali? Ci basta la città come aggregazione successiva di elementi, dall’abitazione, al polo funzionale, al centro commerciale, al museo, al Monumento, al Parco più grande d'Europa, alla città tutta intesa come contenitore di contenitori? Volgere lo sguardo a un futuro informatico/virtuale o brandire la sicumera dell'ambiente da recinti autoreferenziali esclusivi, sono facce di un unico atteggiamento conservatore e reazionario che vagheggia la restaurazione o peggio, la tutela di comitati di interesse! Se salta la logica delle relazioni solidali tra le persone, domina il gioco degli interessi funzionali e quindi dei privati. La città della rendita vs la città del cittadino!
Giovedi 9 marzo 2023 | ore 18 - 20
padova | collegio universitario mazza | sala tosi
via savonarola 176
Altragricoltura Nord Est
venerdì 3 marzo 2023
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