Pesticidi, stop al clorpirifos in Europa? Secondo l’Efsa l’insetticida non dovrebbe essere riautorizzato
Il pesticida clorpirifos non deve essere riautorizzato. È questa, in poche parole, la raccomandazione dell’Efsa, che ha dato il suo parere preliminare sull’opportunità di concedere una nuova autorizzazione al controverso insetticida. Il periodo di approvazione del clorpirifos scadrà infatti nel gennaio e la domanda di rinnovo depositata dai produttori è tuttora sotto esame da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Il parere dell’Efsa è stato pubblicato su richiesta della Commissione europea, a lavori per la revisione della sicurezza del clorpirifos non ancora terminati. Ma già con i dati a disposizione gli esperti hanno espresso preoccupazioni per i possibili effetti genotossici e neurologici che si possono verificare durante lo sviluppo. Timori sostenuti dai dati epidemiologici, secondo i quali i bambini sono la categoria più a rischio. Per questo motivo, spiega l’Efsa, non è possibile stabilire un livello di esposizione sicuro.
Il clorpirifos è un pesticida che appartiene alla categoria degli organofosforati ed è stato approvato per la prima volta nel 1965 negli Stati Uniti, con l’obiettivo di sostituire il famigerato DDT. Negli anni, tuttavia, molti studi hanno associato la sua presenza nell’acqua di falda e nei terreni a disturbi neurologici, soprattutto nei bambini.
Proprio a causa di questi studi, anche l’Environmental Protection Agency (Epa) americana era del parere che il clorpirifos dovesse essere bandito perché pericoloso per la salute. Questo almeno finché, con l’insediamento del presidente Trump alla Casa Bianca, a capo dell’agenzia non è arrivato Scott Pruitt, che ha subito deciso di non vietare l’insetticida, impedendo anche nuove rivalutazioni fino al 2022. (di Giulia Crepaldi)
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sabato 31 agosto 2019
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