Irraggiamento di cibi.
I raggi gamma sono usati talvolta per la conservazione industriale dei cibi. La sorgente più consueta è qualche isotopo radioattivo, come il cobalto 60 od il cesio 137. I raggi gamma rompono la struttura molecolare della sostanza organica, formando radicali liberi. Tali radicali reagiscono con il cibo, formando nuove sostanze chimiche, chiamate “prodotti radiolitici”, caratteristici dei cibi irradiati.
Le radiazioni gamma agiscono contro batteri, insetti o muffe che accorciano la serbevolezza dell’alimento o della bevanda. Nelle patate, nelle cipolle, nell’aglio, sono adoperate anche per distruggere la capacità germinativa.
È sembrato un facile sistema di conservazione, alternativo alle solite scomode procedure di grande pulizia, d’essiccazione, di confinamento in ambienti freschi, aerati, al riparo dalla luce. Addirittura, s’è pensato di ripetere l’irraggiamento più volte al ricomparire di nuove infestazioni, per prolungare all’infinito la conservazione di un alimento.
Quello che è comodo alle industrie, spesso non è altrettanto gradito ai loro clienti finali. D’altra parte, un cibo irradiato è pericoloso per la salute umana e per l’ambiente. Altrettanto pericoloso, in particolare per gli addetti alle lavorazioni, è il trasporto e la manipolazione delle sostanze radioattive.
Per nostra fortuna, grazie anche all’intervento delle associazioni dei consumatori, la legislazione italiana e quella europea non consentono l’uso diffuso di tali tecnologie. L’irraggiamento dovrebbe sempre essere indicato nell’etichetta, ma, se è illegale, l’indicazione non è riportata. Da studi condotti in vari paesi europei, risulta che molti integratori alimentari e molti succhi di frutta sono stati sottoposti ad irraggiamento senza autorizzazione. Occorre in ogni caso grande prudenza all’acquisto di certi prodotti, in particolare di quelli erboristici, che sono in gran parte importati da paesi privi d’adeguata legislazione in materia, mentre in Europa è richiesta una dose molto bassa di inquinamenti microbici, non ottenibile con il riscaldamento, per non perdere le essenziali caratteristiche organolettiche. (Guido Fidora)
Notiziario per calendifebbraio 2006
mercoledì 1 febbraio 2006
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