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Caporalato, in diecimila a Bari per chiamare il Governo alle sue responsabilità. Renzi non risponde e Martina lancia promesse a vuoto

In diecimila oggi a Bari hanno detto basta al caporalato e allo sfruttamento sui campi; e rilanciato la centralità' della contrattazione e del contratto nello sviluppo del settore. Cgil, Cisl e Uil mandano un messaggio preciso a istituzioni e rappresentanze datoriali: serve un'alleanza, un patto per i riscatto del lavoro agricolo che non può' prescindere da tre azioni: l'approvazione immediata del ddl di novembre contro l'intermediazione, una più' giusta normativa sui voucher e lo sblocco dei contratti provinciali del lavoro.

Lo scandalo di tutta questa vicenda è che il ddl 2217 annunciato quasi un anno fa in recepimento delle richieste del sindacato ancora è fermo. I sindacati chiedono di individuare una corsia preferenziale o l'ipotesi di procedere con decretazione d'urgenza. Anche perché, tra pochi giorni migliaia di braccianti saranno sui campi per le grandi raccolte. "Quello che il governo non può' fare e' starsene fermo in attesa di nuovi eventi luttuosi", è il messaggio dei sindacati.

Anche il ministro Martina si è espresso per una rapida approvazione della legge. "Il caporalato e' un fenomeno inaccettabile che va combattuto attraverso un impegno unitario delle istituzioni insieme ai sindacati, alle associazioni di categoria e al terzo settore", ha detto. "Abbiamo messo in campo strumenti concreti e coordinati per agire sui territori, in particolare dove negli anni si sono presentate le peggiori situazioni di degrado. Sono in attuazione nuovi piani di accoglienza e assistenza soprattutto ai lavoratori immigrati stagionali, che negli anni sono stati troppo spesso confinati in ghetti. Con l'inizio della stagione di raccolta stiamo rafforzando i controlli a partire da 15 territori prioritari con l'attivazione di task force composte dagli ispettori del Lavoro e supportate da Carabinieri e Corpo Forestale dello Stato. Si tratta di un aumento significativo di uomini e mezzi impiegati nel controllo delle nostre campagne per incrementare ancora le verifiche, che lo scorso anno sono aumentate di oltre il 50%, tutelando la salute e la dignità' dei lavoratori", ha concluso.

Duro il giudizio dei sindacati, infine, sull'innalzamento a 7 mila euro la retribuzione mediante voucher disposto recentemente dal Cdm. "E' macelleria sociale, il senso e': piu' voucher, meno contratti, un colpo micidiale ai diritti, all'assistenza, al Tfr, alla malattia, agli ammortizzatori sociali. I contratti provinciali agricoli sono gia' estremamente flessibili: non c'e' alcuna ragione per destrutturarli in questo modo. Il governo torni sui suoi passi e affidi alla contrattazione la definizione delle nuove regole". I sindacati, infine, chiedono ai Prefetti di convocare subito sui territori i tavoli di coordinamento previsti dal Protocollo del 27 maggio. (Autore: fabio sebastiani)
www.controlacrisi.org

sabato 25 giugno 2016


 
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