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Una dieta sostenibile per riuscire a sfamare tutti nel 2050, limitando l’impatto ambientale. Bastano pochi cambiamenti, senza dover diventare vegani.

Secondo una ricerca del World Resources Institute (WRI), sarebbe sufficiente che l’americano medio riducesse il consumo di carne e di prodotti lattiero-caseari per dimezzare l’impatto ambientale della produzione alimentare, in termini di consumo di terra, di acqua e di impatto sul clima. Più in generale, si tratta di trovare soluzioni per sfamare una popolazione mondiale in crescita, che attualmente vede un gap del 70% tra la produzione alimentare attuale e la domanda prevista nel 2050. Senza pensare a irrealistiche diffusioni generalizzate delle diete vegetariane e vegane, il passaggio a diete con un maggior contenuto di vegetali potrebbe ridurre questo gap del 30%. La ricerca, intitolata Shifting Diets for a Sustainable Food Future, indica che questo può essere ottenuto passando dalla carne di manzo a quella di maiale o dal pollame ai fagioli.

Il WRI fa l’esempio comparativo dei bovini e dei fagioli. Per ogni grammo di proteine, un bovino, che si distingue per il suo elevato impatto ambientale, consuma 20 volte più terra e genera emissioni di gas serra 20 volte maggiori rispetto ai fagioli. La carne di manzo costa anche almeno tre volte più dei fagioli.

Molte persone, soprattutto nei paesi ricchi, assumono più proteine, rispetto al loro fabbisogno, e quindi, afferma lo studio, possono ridurre carne e latticini, soddisfacendo facilmente il loro fabbisogno di proteine. L’uomo americano medio, ad esempio, assume circa 100 grammi di proteine al giorno, cioè quasi il doppio della quantità di cui ha bisogno (56 grammi). Le proteine che già assume da vegetali, come fagioli, cereali, soia e verdure, sono di poco inferiori al suo fabbisogno. Per aiutare i consumatori ad adottare una dieta sostenibile in modo facile, il WRI ha realizzato una Protein Scorecard (vedi sotto), che classifica i vari alimenti vegetali e animali in base al loro impatto ambientali, valutato in termini di emissioni di gas ad effetto serra, consumo di suolo e di acqua. Inoltre viene indicato il costo orientativo delle proteine contenute in vati alimenti e il loro contenuto ogni 100 grammi.

(di Beniamino Bonardi)
www.ilfattoalimentare.it

venerdì 24 giugno 2016


 
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