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GUERRA AGLI ORMONI NEI CIBI.

Gli interferenti endocrini sono dei "killer invisibili" Si deve sferare un attacco deciso agli "interferenti endocrini" le sostanze chimiche, sempre più diffuse negli ambienti di lavoro, in casa e negli alimenti, che comportandosi come ormoni, scombinano il funzionamento di organi sessuali, riproduttivi e di altre ghiandole endocrine.

La "chiamata alle armi" contro l' "inquinamento da ormoni" è stata lanciata nei giorni scorsi al Cnr dal convegno "La ricerca biologica e clinica sugli interferenti endocrini: attualità e prospettive", organizzato dall'Ispesl e dall'Istituto Nazionale di Biostrutture e Biosistemi (Inbb, consorzio interuniversitario di 25 atenei e vigilato dal Miur), con il patrocinio dell'Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio regionale del Lazio. In particolare è stata stimolata la ricerca scientifica, partendo dalla diffusione dei risultati sino al favorire la costituzione e la collaborazione di gruppi di indagine multidisciplinari. "Benché i danni prodotti dagli interferenti endocrini siano gravi", sottolinea Damiano Gustavo Mita, presidente dell'Inbb, "la maggior parte della nostra comunità scientifica e di coloro che hanno responsabilità politico-istituzionali non sono ancora adeguatamente sensibilizzati in merito alla pericolosità di questi "killer invisibili". Qualcosa ha cominciato a muoversi in Italia, anche grazie all'Ispesl e all'Iss e a ricercatori di vari atenei. Molto di più si è fatto a livello europeo, ma la nostra comunità scientifica è risultata abbastanza impreparata ed è rimasta sostanzialmente estranea dai finanziamenti previsti per questo tipo di ricerche". "Il problema è ancora aperto e in piena evoluzione", dice Antonio Moccaldi, presidente dell'Ispesl, "e richiede ulteriori studi e approfondimenti in ogni campo. Tra questi, senza dubbio, andrà a rivestire sempre un maggiore risalto la valutazione delle implicazioni legate a una potenziale esposizione lavorativa a questi composti chimici. Il nostro Istituto, in questo contesto, ha ritenuto opportuno attivarsi già da anni per focalizzare il problema e affrontarlo, quindi, con gli opportuni strumenti". Sul tema, infatti, l'Ispesl ha promosso due progetti, con l'obiettivo di aumentare le conoscenze legate alle potenziali condizioni espositive e di realizzare un registro di malattie e un centro nazionale sui distruttori endocrini.


la repubblica

lunedì 14 novembre 2005


 
News

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