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Ogm: da Usa ok a patata transgenica - Ue: ogni Paese libero su stop Ogm

Il dipartimento dell’Agricoltura americano approva la patata Innate che diminuisce livello di acrilamide (un potenziale cancerogeno) nelle patatine fritte. Venerdì scorso negli Stati Uniti il dipartimento dell’Agricoltura (Usda) ha dato il via libera alla coltivazione della patata transgenica chiamata Innate. Martedì 11 novembre la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato la nuova normativa sugli Ogm che prevede che i singoli Stati membri possano limitarne o vietarne la coltivazione sul proprio territorio anche se questa è autorizzata a livello comunitario.

La patata Ogm La patata Innate, realizzata dalla J. R. Simplot Company con sede in Idaho, non è la prima patata Ogm autorizzata negli Usa, ma è la prima non sviluppata dalla Monsanto e la prima in oltre dieci anni dopo che le altre sono state un sostanziale fallimento per il fatto che i grandi utilizzatori - come riporta il New York Times- «suggerirono» agli agricoltori di non piantarle temendo un rifiuto da parte dei consumatori. La patata Innate ha invece un grandissimo sponsor: McDonald’s. Simplot, infatti, è il maggiore fornitore di patate congelate per il gigante dei fast food e fino agli anni Sessanta l’unico. La patata Innate è un Ogm di seconda generazione. Il suo Dna non contiene geni di altri organismi, ma è stato modificato al suo interno. In particolare, attraverso una tecnica chiamata interferenza dell’Rna (Rna interference o RNAi), è stato «silenziato» un gene in modo da ridurre la quantità di acrilamide, una sostanza che si produce quando le patate vengono fritte e che è ritenuta potenzialmente cancerogena. Secondo la società che l’ha creata, il contenuto di acrilamide diminuisce del 50-75% rispetto alle normali patatine fritte. La nuova patata, inoltre, non diventa scura pochi minuti dopo che è stata pelata. Oggi negli Stati Uniti oltre il 90% delle coltivazioni di soia e circa l’89% di mais sono Ogm. La decisione dell’Usda potrebbe aprire la strada all’autorizzazione della prima mela Ogm in Nord America: la Arctic Apple, la cui polpa non diventa scura pochi minuti dopo averla sbucciata.

Parlamento europeo La Commissione ambiente del Parlamento europeo ha invece approvato (53 sì, 11 no, due astensioni) la nuova normativa che prevede la possibilità per i 28 Stati membri di limitare o bandire le coltivazioni di Ogm sul proprio territorio anche se autorizzate a livello Ue. La novità rispetto al testo adottato dal Consiglio europeo è l’inserimento del criterio «ambientale» nelle motivazioni per imporre lo stop agli Ogm. «Gli europarlamentari hanno migliorato il testo del Consiglio, fortemente influenzato dalla linea britannica pro Ogm», ha afferma Marco Contiero, direttore per le politiche agricole di Greenpeace Ue. «Per l’Italia si tratta di una norma fondamentale perché finalmente consentirà di tutelare in maniera efficace le produzioni di qualità della nostra filiera agroalimentare, scongiurando il rischio di contaminazione derivante dal diffondersi di colture intensive di Ogm», dicono in una nota sei europarlamentari del Pd. «Ora l’Italia, durante il semestre di presidenza Ue, si impegni per arrivare a un accordo in coerenza su quanto votato oggi», afferma Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, la scorsa settimana nel suo intervento a Rimini agli Stati generali della green economy, aveva auspicato questo voto dell’Europarlamento in modo che «il 18 dicembre al vertice europeo si raggiungerà un accordo nel quale non sarà più consentito in alcun modo coltivare Ogm in Italia». (di Paolo Virtuani)


www.corriere.it

venerdì 6 febbraio 2015


 
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