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ESSELUNGA È IN VENDITA.

Sul tavolo le offerte di Coop, Wal-Mart, Tesco, Delhaize, Mercadona, Cbd e Caprotti jr. Negli ambienti dell'industria di marca e della grande distribuzione non si parla d'altro in questi giorni: secondo voci insistenti sarebbe ormai partito il rush finale per la vendita di Esselunga, l'azienda che nel 1957, con l'apertura del primo supermarket in Italia con il punto vendita di viale Regina Giovanna a Milano (decisivo il ruolo di Nelson Rockfeller), diede inizio allo sviluppo della distribuzione moderna nel nostro Paese.

Si dice che Bernardo Caprotti, storico patron di Esselunga, voglia celebrare l'80 compleanno (è nato nel mese di ottobre del 1925) con un accordo di massima che assicuri il passaggio del gruppo a un partner di rilievo. È stato peraltro lo stesso Caprotti ad annunciare pubblicamente qualche mese fa (si veda «Il Sole 24 Ore» del 4 marzo) l'intenzione di cedere l'attività o di quotare la società, dopo aver effettuato lo scorporo degli immobili (il patrimonio sarebbe valutato all'incirca un miliardo di euro). L'operazione immobiliare è stata avviata, con la costituzione di una società di real estate (la Villalta). Ora — si dice — tocca alla vendita delle attività distributive, che a fine anno dovrebbero registrare un giro d'affari di 4,3 miliardi di euro. Sul tavolo di Caprotti, che ha ripreso nel 2003 il controllo della gestione del gruppo dopo aver tolto le deleghe al figlio Giuseppe (foto a destra) ed esautorato buona parte dei manager, ci sarebbero almeno quattro offerte che — secondo rumors insistenti — oscillerebbero intorno ai due miliardi di euro, scontando peraltro lo spin off immobiliare. A farsi avanti sarebbero stati alcuni specialisti del settore come il gigante americano Wal Mart, attraverso la controllata britannica Asda (specializzata nei superstore come Esselunga) leader mondiale della Gdo, gli inglesi di Tesco (interessati a cercare nuove posizioni in Europa), i belgi della Delhaize (da anni in ottimi rapporti con Caprotti). In questi giorni, però l'attenzione è rivolta alle iniziative di Giuseppe Caprotti, classe 1960, figlio di Bernardo e titolare di una quota stimata intorno al 30% del gruppo o poco più. Bernardo ha poi due figlie, Violetta Maria Luisa e Marina Sylvia. Ebbene, una quarta offerta per Esselunga sarebbe stata presentata proprio da Giuseppe, interessato probabilmente a ritornare al timone del gruppo che ha guidato all'inizio degli anni 2000. L'interessamento di Giuseppe, che una volta abbandonata la gestione di Esselunga si è avvicinato al mondo della consulenza aziendale (con il network Bain), segnerebbe — ove maturasse e venisse ufficializzato — una svolta per la società distributiva che ha una quota dell' 8,5% nell'ambito della distribuzione moderna dei prodotti di largo consumo e che conta peraltro oltre 2.500 fornitori, per buona parte aziende italiane. Non ci sono conferme ufficiali (impossibile raggiungere Giuseppe per un commento) ma la mossa di Caprotti jr, che sembra stia da tempo tessendo le fila di una offerta tutta italiana, potrebbe avvantaggiarsi del fatto che il controllo della società resterebbe in famiglia, senza consentire l'ingresso in Italia di un nuovo colosso estero. D'altro canto nel capitale di Esselunga i tre figli di Bernardo, che ha in questo momento il timone, sono presenti direttamente con quote significative, anche senza deleghe alla gestione operativa. Ma le offerte di colossi esteri del calibro di Wal Mart, Tesco o Delhaize sarebbero orientate alla totalità del capitale, escludendo — dicono quelli che si autodefiniscono bene informati — la presenza di partner di minoranza. Insomma ai big della grande distribuzione internazionale il mercato italiano — sia pure contraddistinto dalla stagnazione dei consumi che pare si sia fatta sentire in maniera consistente anche sul recente andamento di Esselunga — fa gola, ma non intenderebbero ritrovarsi a fare i conti con soci scomodi. È lecito presumere che l'obiettivo di Giuseppe Caprotti possa essere quello di conservare la struttura attuale del gruppo e il suo posizionamento nell'ambito della distribuzione italiana e, al tempo stesso, far proseguire il ruolo della famiglia. Oggi il gruppo distributivo conta 127 punti vendita (posizionati per lo più nel Nord Italia, imminente lo sbarco a Roma) e circa 15mila dipendenti. Dopo una battaglia molto aggressiva sui prezzi il gruppo si prepara a lanciare, dal 31 ottobre all' 11 dicembre, una maxipromozione con concorsi e lotterie (sostenuta da investimenti pubblicitari per oltre 2 milioni) con un montepremi da 5,5 milioni di euro. La promozione è destinata ai 2,5 milioni di clienti con carte fedeltà. Si aggira attorno ai due miliardi di euro il prezzo che i gruppi sarebbero disposti a pagare L'ingresso del 45enne Giuseppe consentirebbe alla famiglia di conservare il controllo. --- CAPROTTI VS. CAPROTTI? La decisione di Caprotti di cedere l'attività a soggetti esterni alla sua famiglia, annunciata questa mattina dal Sole 24 Ore, pare sia circolata in alcuni suoi incontri con manager operanti nel comparto del largo consumo. Notizia che allontana, così, l'ipotesi che a prendere il testimone sarebbe stato il figlio di Bernardo, Giuseppe Caprotti, attualmente titolare di una quota del 30% circa. La voce che sul tavolo di Bernardo Caprotti ci fosse anche l'offerta del figlio, cui aveva tolto le deleghe le 2003 per riprendere il controllo del gruppo, era ventilata lo scorso giovedì, accanto ad altri nomi importanti della grande distribuzione italiana ed europea interessata alla gestione di Esselunga: pare infatti che al vaglio di Caprotti senior ci siano le offerte di Coop, dell'americana Wal-Mart, del gruppo britannico Tesco e di quello belga Delhaize. A questi nomi importanti della gdo il Sole di oggi poi aggiunge anche la spagnola Mercadona e la sudamericana Cbd. Il sole 24 ore, 13 ottobre 2005 Apcom, 15 ottobre 2005 ------------------------------------------------------ ESSELUNGA, CAPROTTI NON VENDE AL FIGLIO Lettera riservata ai dipendenti della società: «Lavoro a una soluzione di alto profilo» MILANO - Esselunga è in vendita e non ci sarà continuità con la famiglia: che l'operazione sia vicina lo avrebbe annunciato ieri lo stesso Bernardo Caprotti (in marzo aveva parlato di cessione o di quotazione in Borsa), senza però specificarne i particolari, in alcuni incontri avuti con manager del settore del largo consumo. Dopo le indiscrezioni sul potenziale interesse del figlio Giuseppe a presentare una offerta per il gruppo distributivo (si veda «Il Sole-24 Ore» del 13 ottobre) che conta 4,3 miliardi di fatturato e 14mila dipendenti in 123 supermercati, Caprotti avrebbe deciso di comunicare in maniera trasparente quale sarà il percorso d'ora in avanti. E così - sottolineano voci insistenti - avrebbe scritto una lettera interna, che sarebbe stata fatta subito girare tra i tanti dipendenti, per spiegare chiaramente che si va avanti su un programma che ha preso corpo in settembre con lo scorporo degli immobili (valore circa un miliardo) dall'attività commerciale e il conferimento in una società di real estate (la Villalta Spa, il cui controllo dovrebbe far riferimento ai figli Giuseppe, Violetta e Marina Sylvia). Con questa missiva - riferiscono voci - Bernardo Caprotti ha voluto comprensibilmente ribadire che la vendita della società va avanti. Ma per un gruppo come EsselunGa non ci si potrà accontentare che di soluzioni sicuramente di alto profilo e in grado di garantire quelle posizioni di leadership (8,5% del mercato) che il gruppo ha conquistato a partire dal 1957, anno di fondazione. Esselunga è la società (fu fondata all'epoca da Caprotti e Marco Brunelli con Nelson Rockefeller) che ha segnato il debutto in Italia della grande distribuzione. La posizione assunta da Caprotti può quindi essere interpretata come un diniego rispetto a un'eventuale offerta proveniente dall'interno della famiglia e, in questo caso, nei confronti di una possibile operazione coordinata dal figlio Giuseppe. Caprotti aveva sottratto nel 2003 le deleghe operative di Esselunga al figlio, titolare di una quota azionaria attorno al 30% nel gruppo e impegnato sul fronte del marketing e dell'innovazione, e da allora ha fatto sapere più volte, ribadendolo anche ora, di non intravvedere all'interno della famiglia la futura leaderschio di Esseluna. Intanto si rincorrono ancora una volta le voci sui gruppi della grande distribuzione interessati a rilevare le attività commerciali di Esselunga. Accanto ai nomi dell'italiana Coop, del gigante americano Wal-Mart, leader mondiale del commercio moderno, del gruppo britannico Tesco e di quello berga Delhaize, ora si mormora con insistenza di un interessamento molto attivo da parte di catene del calibro della spagnola Mercadona e della sudamericana Cbd (Pao de Acucar). Mercadona, in particolare, è un gruppo distributivo specializzato nel segmento dei supermercati e oggi conta 920 strutture di vendita, che sviluppano un giro d'affari che sfiora i 9 miliardi di euro. Una recente indagine Bain & company ha posto Mercadona tra i gruppi più «brilanti» della grande distribuzione in Europa. Certo, Bernardo Caprotti dovrà mettere d'accordo tutti in famiglia prima che si arrivi a una cessione, assicurando alla società un matrimonio di altro profilo. --------------- Il sole 24 ore, 15 ottobre 2005


Green Planet

lunedì 17 ottobre 2005


 
News

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