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Commercio, il laboratorio "ammazzadiritti". Le testimonianze di due lavoratori Cobas.

Dico e Carrefour sono due catene di ipermercati che impiegano migliaia di dipendenti, la prima un anno fa è stata ceduta ad un gruppo romano uscendo cosi' dall'orbita della Legacoop. Solo negli ultimi anni sono decine i lavoratori licenziati dai due marchi per esuberi, accorpamenti ed esternalizzazioni. Mario e Filippo (nomi di fantasia) del Cobas lavoro privato (Toscana) hanno una precisa opinione su quanto sta accadendo con l’intervento di cooperative esterne. Una discussione non facile pechè i lavoratori temono di essere presi di mira.

Che situazione c'è alla Dico? A partire da Settembre in alcuni punti vendita pisani e livornesi sono stati inseriti dei nuovi lavoratori, ci aiutano nella parte più faticosa del nostro lavoro, la sistemazione della merce dei generi vari, e la loro migliore esposizione sugli scaffali. Nuovi compagni di lavoro che tramite una cooperativa di Roma, in maniera propria delle coop di facchinaggio, vengono a lavorare in a cottimi a pochi euro l’ ora. Nuovi compagni di lavoro, indubbiamente bisognosi di lavorare e di conseguenza si adattano alle condizioni loro prospettate, che senza volerlo vanno a limitare le prospettive di assunzione di lavoratori a contratto a termine, già presenti sui punti vendita., e di loro stessi. E i lavoratori in cig? Ci chiediamo anche, appunto, se prima di aver contattato questa cooperativa, l’ “azienda”, abbia contattato i nostri “altri”compagni di lavoro, quelli che ad oggi sono in cassa integrazione, quelli che l’ azienda a giugno 2013 a messo fuori dal ciclo produttivo o quanti sono da anni in attesa di passare da part time al full time! I cosiddetti “esuberi” non hanno diritto al loro posto di lavoro? Se l’”azienda” si e’ finalmente resa conto dell’ esiguità degli organici presenti siamo contenti, e conseguentemente chiediamo assunzioni, partendo dai nostri compagni in cigs, ai contratti a termine, ai lavoratori delle cooperative professionalizzati e inseriti con il ccnl del commercio. Nel frattempo le lavoratrici e i lavoratori che provano a contestare il modello organizzativo si vedono recapitare provvedimenti disciplinari e sono costretti a vivere in un clima a dir poco ostile...

Una situazione analoga a carrefour quella denunciata dai Cobas, ma anche dalla cgil, al carrefour? Esatto, da anni abbiamo lavoratori e lavoratrici in part time ai quali avevano prospettato il passaggio al tempo pieno ma le parole non si sono mai tramutate in fatti. Oggi i lavoratori hanno chiesto all'azienda di aumentare le ore ai part time (ci sono colleghi\e che da anni attendono il passaggio al tempo pieno) , anticipare l'entrata lavorativa e accettare il notturno su base volontaria (non dimentichiamo chi ha bambini piccoli\e e deve pagare baby sitter per portare figli\e a scuola). La disponibilità del personale Carrefour è tutti nota a sarà sufficiente a far recedere l'azienda dalle sue decisioni? Come ben sappiamo che la coperta è molto corta quindi la soluzione sarebbe quella di trasformare i part time in full time, di incrementare gli orari fermi da troppi anni nonostante poi l'azienda chieda pressantemente gli straordinari. Ma ormai nei supermercati, con il silenzio assenso dei sindacati, stanno facendo passare il contratto part time come il solo compatibile con le esigenze aziendali, il tutto creando salari da fame per meglio ricattarci.

Una tendenza pericolosa, no? Il resto lo faranno fare alle cooperative con contratti al ribasso a dimostrazione che cedere loro sul lavoro festivo non è stata la scelta giusta, del resto se ai padroni dai un dito ti prendono il braccio. Le lavoratrici e i lavoratori devono fare alcune scelte: se accetteremo e subiremo passivamente la esternalizzazione dei reparti (niente contro i lavoratori delle cooperative ai quali va la nostra solidarietà) ben presto ci ritroveremo con pochissimi dipendenti Carrefour e tutto il resto esterno. La gestione dei servizi e del personale da parte dell'azienda è solo finalizzata a raggiungere il massimo profitto con il massimo sfruttamento della forza lavoro, avere ceduto sul lavoro festivo non ha prodotto alcun risultato se non farci arretrare.Lo stesso ragionamento vale per oggi. Quanto accade oggi a Carrefour è solo l'inizio, introdurranno le cooperative per il lavoro notturno e piano piano esternalizzeranno interi reparti. Il Commercio è il settore dove stanno sperimentando nuovi processi di privazione dei diritti e attacchi feroci alle nostre condizioni di vita e di lavoro. Per questi motivi ostacolare i processi di privatizzazione è piu' che mai necessario... (Autore: federico giusti - confederazione cobas)
www.controlacrisi.org

lunedì 29 settembre 2014


 
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