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Quote latte, per un’azienda stangata da 7 milioni.

L’assessore regionale Franco Manzato: «Il governo si accolli le multe e attenda l’esito delle indagini». VENEZIA. C’è un’azienda veneta che «deve» allo Stato sette milioni di euro, tra multe e interessi. Ma la media delle multe da pagare per i settecento produttori veneti che tra pochi giorni riceveranno l’avviso della Guardia di finanza è di 400 mila euro. Sta per scoppiare la nuova bomba delle quote latte, perché l’Italia si è impegnata entro il 10 ottobre a recuperare le somme finora non incassate del contenzioso con i produttori di latte a causa del superamento dei plafond. Un impegno che non può venir meno, soprattutto nel semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo. Ma le cartelle che l’Agea, l’agenzia nazionale per i pagamenti in agricoltura, sta per emettere avranno l’effetto devastante sui già stremati agricoltori che da diciott’anni combattono contro la partita delle quote latte.

In Regione sono tutti preoccupati, soprattutto per la gestione sul territorio della situazione. I prefetti stanno incontrando in questi giorni i comandanti della Guardia di finanza, delegati alla notifica delle cartelle (probabilmente gli agricoltori saranno chiamati ad uno ad uno in caserma, per evitare scontri fisici con i produttori di latte). Franco Manzato, l’assessore regionale alla agricoltura, non vorrebbe intervenire ma alla fine cede: «La vicenda è concreta e preoccupante. Se fossi al posto del governo agirei con grande cautela: intanto accollandomi le somme richieste ai produttori, in attesa di come finirà l’inchiesta giudiziaria in corso a Roma. Se questa dovesse provare che c’è stata un’alterazione dolosa dei calcoli sarebbe gravissimo e i cosiddetti “splafonatori” non dovrebbero pagare niente. Le preoccupazioni per l’ordine pubbliche? Lo abbiamo fatto presente alla conferenza degli assessori regionali con il governo, la settimana scorsa. Penso sia un allarme concreto e ragionevole».

Anche il governatore Luca Zaia ha affrontato la questione, nel consueto punto stampa regionale: «La questione è delicata. Ricordo che sono stato promotore, da ministro dell'Agricoltura, di una legge che consentisse la rateizzazione dei pagamenti. Nel contempo chiesi ai Carabinieri di avviare un'indagine per valutare se i conti tornassero: dalle risultanze di questa, i conti invece non tornavano, ma, per potersene avvalere, serve un tribunale che lo dimostri».

L’inchiesta aperta a Roma dalla Procura, infatti, sembra prendere la direzione di una clamorosa svolta: con l’iscrizione nel registro degli indagati di una manciata di funzionari dell’Agea che, dopo lo scoppio del caso delle quote latte, avrebbero alterato l’algoritmo attraverso il quale si calcolavano le quote per ciascuna azienda. Se fosse dimostrata questi tesi, tutta la partita scoppierebbe tra le mani del ministro dell’Agricoltura e del governo, costretti a fare marcia indietro sulla vicenda. É questo che sperano i produttori (di Daniele Ferrazza – 10/09/2014)
Il Mattino di Padova

mercoledì 10 settembre 2014


 
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