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Belluno - Dalla "resistenza" agli Ogm, alla "liberazione" dello scambio di semi.

In occasione della Festa della Liberazione, il gruppo Coltivare Condividendo, in collaborazione con il laboratorio cittadino Casa dei Beni Comuni di Belluno, ha organizzato un’iniziativa, che partirà dal pomeriggio, di condivisione e di libero scambio delle sementi e delle piantine. Non è, ovviamente, casuale la concomitanza con il 25 aprile. I promotori, infatti, voglio sottolineare la necessità di costruire un nuovo percorso di “resistenza”, questa volta in difesa della biodiversità coltivata e della sovranità alimentare, oggi sotto attacco dalle multinazionali e dalle lobbies che governano il mercato agro-alimentare mondiale.

Prima di tutto contestando e disobbedendo le limitazioni sulla libera circolazione dei semi imposte da leggi e regolamenti che producono un catastrofico livellamento della loro varietà, a discapito del patrimonio rappresentato dalle sementi antiche e locali e a totale vantaggio delle multinazionali sementiere proprietarie dei brevetti. Lo stesso vale per quanto riguarda l’introduzione sempre più massiccia di sementi Ogm, in particolare per il mais, che oltre a minacciare la biodiversità sono un vero e proprio pericolo per la salute anche a causa dei pesanti trattamenti erbicidi e chimici che vengono applicati a questo tipo di culture.

Diffusione degli Ogm e degli “ibiridi”, brevetti e blocco della libera circolazione delle sementi sono tutte iniziative che, se non fermate in tempo, ci porteranno ad un pericoloso monopolio, da parte delle multinazionali del settore agroalimentare, della proprietà delle sementi e della loro riproduzione e quindi, più in generale, del controllo sull’alimentazione. E’ a rischio, di fatto, la nostra indipendenza e sovranità alimentare che va salvaguardata proprio a partire dalla “liberazione” dello scambio delle sementi di specie e varietà tradizionali, come principio base di un diritto più ampio che riguarda la difesa dell’autoproduzione alimentare.

Fortunatamente, contro questi pericoli si stanno mobilitando sempre più realtà e soggetti in tutto il paese, in vista anche dell’Expo 2015 di Milano, con iniziative che vanno dalla salvaguardia e autoproduzione delle varietà locali fino ai sanzionamenti e alla distruzione dei primi campi Ogm che erano stati coltivati nella zona di Pordenone. Iniziative di “custodia della biodiversità” che vanno sostenute e riprodotte sui propri territori, per difendere i propri territori e il diritto alla loro autonomia, per promuovere un’agricoltura relazionale, sostenibile e biologica e per rivendicare il diritto ad un’alimentazione sana per tutti e tutte.
www.globalproject.info

domenica 20 aprile 2014


 
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