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I consumi di radicchi continuano a crescere: un’eccezione in un panorama orticolo depresso.

Dal fronte dei consumi arrivano notizie positive per i radicchi in generale e per quelli coltivati nel Veneto in particolare. E’ quanto mette in risalto l’analisi sui consumi in Italia di ortofrutta nel 2013 del Cso (Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara), nella quale si legge che “i radicchi si isolano dal contesto ortofrutticolo dei consumi con valori che, dal 2007 ad oggi, hanno visto un consistente aumento dei volumi.

Attualmente a quota 64 mila tonnellate, incrementano sul 2012 del più 18 per cento e sul 2007 ben del 50 per cento”. La tendenza favorevole è confermata da OPO Veneto, l’organizzazione di produttori di Zero Branco, Treviso, i cui soci rappresentano più del 5 per cento della superficie investita a radicchio nel Veneto (470 ettari su 8.577). “L’ortaggio, in generale, è effettivamente in controtendenza rispetto alle altre colture orticole, commenta Francesco Arrigoni, direttore di OPO Veneto: il mercato si conferma in espansione. Ci sono margini di miglioramento in Italia, ma è soprattutto all’estero che vanno cercate le sue potenzialità. Riteniamo quindi, alla luce della nostra esperienza e delle nostre relazioni commerciali, che per il prodotto di qualità ci siano buone prospettive sia in termini di quantità che di quotazioni”. OPO Veneto commercializza la gamma completa dei radicchi veneti: rosso precoce e tardivo di Treviso, variegato di Castelfranco, rosso tondo di Chioggia e rosso semilungo di Verona).

E’ il radicchio tardivo di Treviso a fare da traino commerciale: va sempre con un buon passo, a parte brevi parentesi di stanchezza. “Le prime valutazioni 2013 sul settore agroalimentare veneto”, divulgate da Veneto Agricoltura, azienda della Regione, nel capitolo dedicato ai radicchi, mettono in risalto parecchi dati generalmente negativi, con quotazioni tendenzialmente al ribasso. Ma, rileva il rapporto, “fa eccezione il radicchio rosso di Treviso, che negli ultimi mesi dell’anno ha registrato prezzi progressivamente crescenti, ma su livelli sempre inferiori a quelli dell’anno precedente”. Sugli ortaggi, precisa il Rapporto di Veneto agricoltura, hanno pesato negativamente il maltempo, le piogge e le temperature superiori alla norma, che hanno disturbato la crescita, la maturazione e la stessa raccolta. Così, mentre le superfici coltivate a radicchio nel Veneto hanno raggiunto gli 8.600 ettari (più 11 per cento rispetto al 2012), la produzione, attestandosi sulle 103 mila tonnellate, è scesa dell’8 per cento. Si stima che la resa per ettaro sia stata di 12 tonnellate (meno 17,5 per cento). Ne ha risentito la stessa qualità. I dati in rosso, legati al tempo, oppure alla crisi, non intaccano le prospettive del settore, che rimangono promettenti, soprattutto se si valutano nel contesto degli altri ortaggi.

“I radicchi, rileva Francesco Daminato, presidente di OPO Veneto, sono il tipico esempio di prodotto che non ha risentito della crisi ortofrutticola degli ultimi anni. Il merito è imputabile all’ampia e diversificata gamma varietale, ad una maggiore diffusione sul territorio e alla valorizzazione di talune produzioni tipiche, tutti aspetti che hanno concorso a incrementare i volumi consumati in maniera significativa”. (di Angelo Squizzato)
OPO VENETO

lunedì 14 aprile 2014


 
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