"PESTICIDI PERICOLOSI IN ORIENTE, PIU' VIGILANZA SUI PRODOTTI"
Un laboratorio del Cnr lavorerà nello Shandong
ROMA - Attenzione alla frutta cinese, perché laggiù gli agricoltori usano
alcuni pesticidi che da noi sono vietati e che possono essere dannosi alla
salute.
«In Cina è ancora massiccio l’impiego di composti fosfo-organici che vanno
in circolazione con la linfa, vengono dunque metabolizzati dalla pianta. Non
sono sostanze istantaneamente velenose per l’uomo, ma alla lunga possono
esserlo», spiega Francesco Cannata, ricercatore dell’istituto di biologia
agroalimentare e forestale (Ibaf) del Cnr. Inutile, dunque, lavare
accuratamente il frutto trattato con quei pesticidi, la pianta l’ha
assorbito.
«Oltre ai pesticidi organici dannosi per il sistema nervoso, in Cina
preoccupa anche la presenza di microtossine, soprattutto nella frutta
fresca. Questo non vuol dire che tutto quello che viene dalla Cina è
velenoso e dannoso, sia ben chiaro. E’ vero però che sono necessari adeguati
controlli», aggiunge il professore.
Ed è proprio per garantire importazioni sicure che è in corso di
realizzazione un laboratorio del Cnr nella provincia cinese di Shandong.
«Il laboratorio si occuperà di ricerca e certificazione dei prodotti. I
vantaggi saranno per i consumatori italiani ed europei, che potranno
acquistare prodotti certificati, e anche per le nostre imprese che si
occupano di trasformazione e importazione».
Circa 200mila tonnellate l’anno tra succhi di frutta, conserve di pomodoro,
semilavorati di verdure, pesce, provengono dallo Xinjiang nordorientale e
dalla Mongolia interna.
«La Cina sta diventando il più grande esportatore di succhi di frutta grezzi
e non è di poca importanza la certezza che le tecniche di produzione e
conservazione siano compatibili con i parametri salutisti e qualitativi dei
paesi importatori», spiega Cannata.
Il Messaggero
mercoledì 10 agosto 2005
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