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OGM, PROVOCAZIONE -- Libro di genetica donato al sindaco di Padova.

Il consiglio comunale di Padova e l'intera Giunta di "centro-sinistra" bocciano la mozione «Tutela dei territori dalle contaminazioni Ogm», redatta da Coldiretti e sostenuta dalla Coalizione "Liberi da OGM" e da tante associazioni ambientaliste e di base. La bocciano con la motivazione che non è provato che gli OGM facciano male!!

Ancora una volta, e non importa quale sia il colore di giunta, la risposta ad istanze di tutela sociale viene negata dal ceto politico che non si degna neanche di dare ascolto ai bisogni di sicurezza alimentare espressi con chiarezza e registrati, come maggioranza della popolazione, in tantissimi sondaggi effettuati per conto delle massime istituzioni nazionali ed europee. La gente non vuole mangiare cibo modificato geneticamente, non vuole vedere messa a rischio la biodiversità presente nel territorio, non vuole rischiare nuove malattie o intolleranze alimentari, non vuole dovere comperare un cibo omologato e in regime di monopolio, non vuole vedere chiudere piccole e medie fattorie ed aziende di trasformazione legate alla tipicità di prodotti di ogni singolo territorio... tutto questo non è motivazione sufficente a convincere un gruppo di politici che è loro dovere ascoltare! Neanche il "principio di precauzione", cardine attorno a cui ruotano, in tema di tutela della salute pubblica e della sicurezza alimentare, tante scelte politiche e legislative in europa ed italia, viene riconosciuto dalla giunta padovana. Alla faccia dei principi che fondano le norme, la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e la coerenza con i progammi elettorali! Che dire, a volte bisogna toccare il fondo per potere risalire in superfice, speriamo che questa sia l'occasione che stimoli tutti, con chiarezza, ad iniziare in modo partecipato un vero dibattito sullo sviluppo che vogliamo per la città ed il territorio limitrofo. In questo quadro si evidenzia la rilevanza che hanno tutte le iniziative (gruppi di acquisto solidale, cooperative di produzione biologiche, orti sociali, mercati rionali a ciclo corto, ecc.) che, autogestite dalla gente, realizzano spazi concreti senza OGM ed emerge la necessità di porre in rete queste esperienze così da costituire, già ora, con i fatti una gestione del territorio e dei rapporti sociali riferita ai bisogni delle persone e agli equilibri ambientali. a cura di AltrAgricoltura Nord Est tratto da "Il Mattino di Padova" - 16 maggio 05 Ogm, Comune a favore! Legambiente: «Non sono informati» PROVOCAZIONE Libro di genetica donato al sindaco «Le Biotecnologie di Marcello Buiatti, il Mulino». Il libro, scritto da uno dei massimi esperti di ingegneria genetica, docente all’ateneo di Firenze, è stato regalato oggi da Legambiente al sindaco e ai consiglieri comunali. E’ la risposta provocatoria alla bocciatura in consiglio comunale, il 18 aprile scorso, della mozione «tutela dei territori dalle contaminazioni Ogm», sostenuta da Legambiente, Coldiretti e da molte altre associazioni.

«Non vogliamo dare degli ignoranti ai consiglieri comunali - scrive Lucio Passi, cooordinatore dell’associazione ambientalista - ma crediamo che qualche informazione in più sull’uso degi Ogm (organismi geneticamente modificati) in agricoltura possa tornare loro utile». «Chiunque sappia qualcosa della nostra agricoltura - dichiara Davide Sabbadin - è consapevole che l’introduzione in essa degli Ogm ne determinerebbe l’uscita dal mercato mondiale. Chi crede ancora in un futuro per l’agricoltura in Italia ha fatto scelte diverse: le associazioni degli agricoltori e quasi tutte le regioni italiane si sono dichiarate free-ogm. La forza del made in Italy alimentare si basa infatti sulla sorprendente diversità che ogni nostro territorio offre e che verrebbe spazzata via dall’omologazione che l’uso degli Ogm intrinsecamente comporta». Infatti le specie transgeniche rischiano di condannare alla scomparsa moltissime specie naturali, sia “scacciandole” in forza della maggiore resistenza a condizioni particolari, sia perché un’agricoltura e una zootecnia controllate dalle multinazionali del biotech finirebbero per privilegiare solo pochissime specie da coltivare e allevare intensivamente. Già adesso il 90 per cento di tutta la produzione agricola mondiale proviene da 10 sole specie vegetali. «Non siamo certamente contrari - dice la biologa ambientalista, Rina Guadagnini - all’ingegneria genetica nel campo della scienza biomedica. Neanche i più aggueriti non global sono contrari, per capirci, all’insulina Ogm. Nello stesso modo nessuno vuole fermare la ricerca biotech. Il nostro no riguarda l’uso degli Ogm in agricoltura e nell’alimentazione umana e animale. Oggi, infatti, nessuno è in grado di stabilire scientificamente se l’introduzione di organismi geneticamente modificati in campo agricolo possa comportare rischi per l’ambiente e per l’uomo. E' di fronte a questa incertezza, che solo decenni di ricerca pubblica e indipendente possono dissolvere, deve valere il principio di precauzione fatto proprio dall’Unione Europea». Il documento di Legambiente informa anche che il rischio maggiore legato alla coltivazione in campo aperto di Ogm è l’inquinamento genetico delle piante non modificate. I caratteri di un Ogm possono infatti esere trasmessi a un organismo non modificato da meccanismi naturali assolutamente ingovernabili come il trasferimento dei pollini con il vento o attraverso l’attività degli insetti. Questa difficoltà di controllo fa sì, per esempio, che geni che inducono la resistenza agli erbicidi vengano trasmessi anche a piante infestanti. In Australia, per esempio, questo rischio è diventato realtà con l’evoluzione di super-erbacce transgeniche che sono praticamente immortali. Di contaminazioni accidentali si è preoccupato anche il ministro dell’Agricoltura, Alemanno che ha emesso un decreto per regolamentare la materia. «Noi chiediamo e la Coldiretti ci sostiene in questa richiesta - conclude Lucio Passi - che il consiglio comunale torni sulle proprie posizioni e che venga promosso un dibattito aperto che ponga sul tappeto i problemi etici, economici, sanitari ed ambientali che gli Ogm sollevano e che possa coinvolgere i nostri rappresentanti istituzionali nella speranza che anche a Padova la mozione per un territorio free-ogm possa essere adottata presto. Altrimenti i consiglieri comunali, in controtendenza rispetto alla maggioranza delle regioni italiane e alla stessa posizione portata in Europa dal ministro dell’Agricoltura, si allineano sulle posizioni di Galan. (di Aldo Comello)


il Mattino di Padova

lunedì 16 maggio 2005


 
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