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BIOTECH: “Salvaguardare dai brevetti i prodotti tipici italiani”


uesta mattina una delegazione formata dalla Coldiretti, dalla FederDop, dalla Federconsumatori, da Greenpeace e da numerosi rappresentanti di Consorzi di prodotti vegetali DOP e IGP ha consegnato al Presidente del Senato Marcello Pera un cesto simbolico di prodotti tipici italiani, a sostegno dell'emendamento, presentato dalla senatrice dei Verdi Loredana De Petris e sottoscritto da 41 parlamentari di tutte le forze politiche, che chiede di vietare i brevetti biotecnologici sulle varietà vegetali a denominazione protetta. L'emendamento modifica il disegno di legge "Delega al Governo in materia di protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche" e sarà discusso dall'Aula del Senato a partire da martedì prossimo. In allegato il comunicato diffuso alla stampa nel corso dell'incontro. COMUNICATO STAMPA BIOTECH: “Salvaguardare dai brevetti i prodotti tipici italiani” 28/1/03 - "I prodotti agricoli tipici del Paese, che garantiscono la continuità di una tradizione contadina e gastronomica millenaria, devono essere tutelati nei confronti dei rischi di 'pirateria' genetica insiti nella diffusione dei brevetti biotecnologici sulla materia vivente." Radicchio rosso di Treviso, arancia rossa di Sicilia, lenticchia di Castelluccio, cappero di Pantelleria, limone di Sorrento, castagna del Monte Amiata, scalogno di Romagna, carciofo romanesco e tanti altri prodotti agricoli tipici sono sedimentati nella cultura alimentare del nostro Paese. Sono 32 ad oggi le varietà vegetali italiane che hanno ottenuto la registrazione del marchio DOP (denominazione d’origine protetta) o IGP (indicazione geografica protetta) in sede europea, un riconoscimento importante a tutela della loro origine e per la valorizzazione commerciale del prodotto, e altre 11 sono in dirittura d’arrivo (fra cui il pomodoro di Pachino, la mela dell’Alto Adige e le clementine del golfo di Taranto). Ma le risorse genetiche vegetali, in particolare quando esprimono caratteristiche uniche di interesse commerciale in campo alimentare o sanitario, sono oggetto negli ultimi anni di una particolare attenzione da parte delle grandi aziende leader nel settore delle biotecnologie. L'agropirateria genetica non si rivolge solo alle piante dei Paesi in via di sviluppo. Il caso recente del basilico genovese, a cui è stato negato il marchio DOP in quanto una varietà con la stessa denominazione era stata già registrata dalla multinazionale Nestlè all’Ufficio brevetti di Bruxelles, indica chiaramente la pressione in atto sul genoma dei prodotti tradizionali europei. Il rischio è evidente: parte della sequenza del DNA di prodotti a denominazione d’origine potrebbe essere brevettata e trasferita con procedimenti di ingegneria genetica in varietà vegetali modificate al fine di assoggettarne la produzione al pagamento di ‘royalties’ e promuoverla al di fuori del contesto ambientale di provenienza. La ricerche genetiche e le eventuali procedure brevettuali che riguardano il patrimonio dei prodotti tipici devono essere vietate, in assenza di una autorizzazione che ne attesti l'interesse pubblico. E’ questa la richiesta che avanzano numerosi Consorzi di produttori di prodotti DOP e IGP e che si è concretizzata in un proposta di modifica al disegno di legge del Governo sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche attualmente in discussione al Senato. Il disegno di legge all'esame del Senato fornisce al Governo i criteri direttivi per recepire la Direttiva europea sui brevetti biotech (n.98/44/CE del 6 luglio 1998), un provvedimento che ha suscitato un ampio e vivace dibattito nei Paesi membri in quanto contempla la facoltà di brevettare la materia vivente già esistente in natura. L’emendamento sui prodotti a denominazione d’origine è stato presentato dalla senatrice dei Verdi Loredana De Petris e sottoscritto ad oggi da 41 senatori appartenenti a tutte le forze politiche. La proposta di modifica prevede l’obbligo di acquisire il consenso del Ministero delle politiche agricole e forestali, previa consultazione delle associazioni dei produttori, nel caso la richiesta di brevetto riguardi parte del genoma di varietà vegetali italiane riconosciute DOP o IGP ai sensi del regolamento CE n.2081/92 del 14 luglio 1992. Sarà così possibile valutare le motivazioni delle ricerche in corso e valutarne la coerenza con l'obiettivo prioritario di tutelare il patrimonio di risorse tipiche del Paese. In vista della discussione del provvedimento in Aula, la FEDERDOP, l'organizzazione che rappresenta i prodotti italiani a denominazione d'origine, alcuni Consorzi di produttori, la Coldiretti, la Federconsumatori e Greenpeace, intendono esprimere il loro sostegno all'emendamento, con la consegna al Presidente del Senato, Marcello Pera, di un cesto di varietà vegetali italiane DOP e IGP. "Con questa iniziativa - dichiara la senatrice De Petris - intendiamo richiamare l'attenzione su una tematica di rilievo più generale: i brevetti sul cibo entrano in conflitto con diritti primari nel campo dell'alimentazione umana. Senza un forte impegno unitario degli agricoltori e dei consumatori rischiamo di assistere in pochi anni, per effetto dei brevetti, alla concentrazione in poche mani del controllo sulle sementi e sulle varietà vegetali da cui dipende la sopravvivenza di milioni di persone e una parte importante della loro identità culturale."


domenica 28 dicembre 2003


 
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